Vulcani: identificato dai satelliti il pennacchio vulcanico più alto mai registrato (e riguarda un’eruzione avvenuta quest’anno)

Il pennacchio dell'eruzione del vulcano Tonga, avvenuta lo scorso gennaio, è stato definito dagli scienziati come il più alto della storia: la sua potenza ha raggiunto addirittura la mesosfera

L’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, il 15 gennaio scorso, ha prodotto il pennacchio di fumo più alto mai registrato dalla comunità scientifica (ben 57 km). Ma non solo: l’eruzione è stata tanto potente da essere penetrata nella mesosfera (il terzo dei cinque strati in cui è divisa l’atmosfera terrestre). È quanto sostengono gli scienziati dell’Università di Oxford in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Science.

È la prima volta che registriamo un pennacchio vulcanico che raggiunge la mesosfera. Anche Krakatau nel 1800 avrebbe potuto fare altrettanto, ma all’epoca non esisteva la strumentazione adatta per osservare il fenomeno da vicino e per confermare questa teoria – spiega Simon Proud, dell’Università di Oxford.

Ricorderete certamente l’eruzione del vulcano sull’isola di Tonga, tanto forte da essere equiparata a un terremoto di magnitudo 5,8, che ha innescato uno tsunami che ha raggiunto anche le isole Hawaii, le coste del Giappone – con onde di oltre un metro – e la California e che ha distrutto le linee di comunicazione Internet.

Le immagini dell’imponente pennacchio di fumo e lapilli proveniente dal vulcano hanno fatto il giro del mondo, ma fino ad ora gli scienziati non avevano ancora trovato un modo accurato per misurare quanto questo fosse alto.

Normalmente, l’altezza di un pennacchio vulcanico può essere misurata confrontando la temperatura alla sua sommità con quella dell’aria che si trova a diverse altitudini: nella troposfera, lo strato più basso dell’atmosfera, la temperatura dell’aria diminuisce all’aumentare dell’altezza.

Tuttavia, come abbiamo spiegato, l’eruzione del vulcano Tonga ha oltrepassato la troposfera fino a raggiungere gli strati più alti dell’atmosfera. Ecco allora che il metodo della misurazione della temperatura del pennacchio diventa inutile per determinarne l’altezza, poiché in queste altre fasce dell’atmosfera la temperatura dell’aria ricomincia ad aumentare con l’altezza.

Per questo motivo, gli scienziati inglesi hanno messo a punto una nuova tecnica di misurazione dell’altezza, basata su un fenomeno chiamato “effetto parallasse”. Si tratta di un effetto che possiamo sperimentare anche noi in modo molto semplice.

Immaginiamo di chiudere solo l’occhio destro e tendere una mano tenendo il pollice sollevato verso l’altro. Se chiudiamo l’occhio sinistro e contemporaneamente riapriamo il destro, il nostro pollice apparirà un po’ spostato – anche se non abbiamo mosso la mano. Questo accade perché la nostra visione è data dall’incrocio delle informazioni recepite dai due occhi.

Se misuriamo questo apparente cambiamento di posizione e lo combiniamo con la distanza fra i nostri occhi, possiamo calcolare facilmente la distanza fra gli occhi e il pollice. Tornando al nostro vulcano, come è stato possibile sfruttare l’effetto parallasse per determinare la lunghezza del pennacchio?

Il vulcano Tonga è “tenuto d’occhio” da tre satelliti meteorologici geostazionari posti a 36.000 km nello spazio. Grazie alla loro presenza, i ricercatori sono stati in grado di applicare l’effetto di parallasse alle immagini aeree catturate. Si è potuto quindi osservare che il pennacchio dell’eruzione vulcanica ha raggiunto i 57 chilometri dalla superficie terrestre.

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Fonti: Science / Oxford University

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