Nella stratosfera sopra la Siberia, le temperature sono recentemente aumentate bruscamente, spingendo verso sud il vortice polare
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Nella stratosfera sopra la Siberia, le temperature sono recentemente aumentate bruscamente, spingendo verso sud il vortice polare dalla sua postazione “fissa” del Polo Nord. Ciò significa che il freddo e la neve presto potrebbero fare capolino in Europa e nel Nord America.
Il vortice polare è una massa d’aria fredda che si muove solitamente intorno all’Artico, ma che in questo periodo dell’anno spesso si sposta verso sud, portando freddo e neve alle latitudini inferiori. Potrebbe accadere tra una manciata di giorni, proprio a gennaio a causa del recente picco delle temperature artiche.
Sembra un controsenso ma non lo è. Le temperature nella stratosfera sopra la Siberia hanno subito un vero e proprio balzo di circa 37° C. Nella prima settimana di gennaio, sono passate da -92 gradi a 8 gradi Fahrenheit. Anche se tali eventi di “riscaldamento stratosferico improvviso” si verificano ogni anno, quello del 2021 pare più imponente e anche meno comune.
Questa massa d’aria estremamente calda fa sì che il gelido vortice polare letteralmente fugga via dal Polo Nord con una forza tale da spezzarsi in due: una parte si dirige poi verso il Nord America, l’altra sull’Europa. Ed è quello che presumibilmente accadrà tra gennaio e febbraio.
A ipotizzarlo è uno dei massimi studiosi del settore, Judah Cohen, direttore delle previsioni stagionali di Atmospheric and Environmental Research, società che fornisce consulenza alle agenzie governative e al settore privato sui rischi meteorologici.
Secondo l’ultimo aggiornamento rilasciato da Cohen, appena due giorni fa, l’improvviso riscaldamento stratosferico è complesso da comprendere ma pare che la spaccatura del vortice polare ci sia già stata.
Cos’è il vortice polare e come funziona?
Nello strato più basso dell’atmosfera, la troposfera, è presente un vortice polare che circonda il globo terrestre tutto l’anno, una corrente a volte chiamata anche vortice circumpolare. Nello strato atmosferico sopra di essa, si trova invece il vortice polare stratosferico, dove ogni inverno nell’Artico emette una massa di aria fredda che, alla fine, si dissipa in primavera. È molto più piccolo del vortice sottostante e in genere ruota da ovest a est sopra il Polo Nord. Sebbene entrambi i sistemi possano influenzare il nostro tempo, è un’interruzione del vortice nella stratosfera che potrebbe spedire prossimamente freddo e neve in Europa.
Tale vortice richiede una differenza di temperatura che ne devia il percorso, spingendolo verso Sud. Il 4 gennaio scorso, gli scienziati hanno rilevato l’improvviso riscaldamento stratosferico sulla Siberia.
L’interazione tra la distruzione della stratosfera e il tempo nella troposfera non è ancora stata compresa con precisione ma quando il vortice nella stratosfera viene interrotto o spezzato può spingere la corrente presente sotto di esso a sud, portando l’aria artica nelle città degli Stati Uniti, dell’Europa e dell’Asia. E’ per questo che potremmo avere un clima invernale più estremo durante le prossime settimane.
I cambiamenti climatici e il vortice polare
Il ruolo del cambiamento climatico è solo uno dei fattori complicati e misteriosi che rendono difficile prevedere l’arrivo e l’effetto del vortice polare. Una cosa però è certa: negli ultimi 30 anni, l’Artico si è riscaldato due volte più velocemente del resto del mondo, con conseguenze come il ritiro dei ghiacciai e la perdira di ghiaccio marino nell’area. Ma potrebbe anche rendere meno stabile il vortice polare stratosferico.
“La perdita di tutto quel ghiaccio ha permesso a una grande quantità di calore in più proveniente dal sole di riscaldare le acque artiche, che ora vengono rilasciate nell’atmosfera, creando rigonfiamenti di aria calda in quelle regioni chiave. Questi rigonfiamenti possono rendere le oscillazioni verso nord della corrente a getto più grandi, più forti e più persistenti, il che a sua volta può spezzare il vortice polare” ha detto Jennifer Francis, scienziata atmosferica del Centro di ricerca climatica Woodwell.
Secondo le ultime stime di Copernicus, il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato, paragonabile al 2016 chiudendo il decennio più caldo della storia, tuttavia sono necessarie ulteriori ricerche per capire esattamente come il riscaldamento stia cambiando i modelli meteorologici che fluiscono dall’Artico ogni anno.
Come prevedere con circa 10 giorni di anticipo ondate di freddo sull’Europa
A spiegarlo è il colonnello Giuliacci, secondo cui l’evento è preannunciato circa 7-10 giorni prima da un surriscaldamento della stratosfera polare.
“E’ sulla base di questi sintomi che già il 15 dicembre avevamo intuito ciò che qualcosa di grosso bolliva in pentola per Natale e dintorni come freddo e neve ma senza essere in grado di predire in quali regioni e tantomeno in quali città. Di conseguenza il vortice polare è stato dapprima proiettato intorno al 23-24 dicembre del Circolo polare verso l’Europa e il Nord America. Ma poi si è suddiviso in 2-3 tronconi sempre al di là del circolo polare. Tali tronconi nel loro movimento, più facile da prevedere perché lontano dalle nefaste influenze del suolo, da Ovest verso Est, hanno colpito a più riprese l’Europa fino all’Italia tra il 25 e il 2 gennaio e poi nei giorni appena passati. Uno di tali spezzoni è proprio quello che è previsto che investa l’Italia tra il 15 e il 20 gennaio”.
Secondo Giuliacci, dopo questo primo attacco previsto per questa settimana e l’inizio della prossima, neve e gelo potrebbero ripresentarsi.
Non ci resta che attendere per sapere con maggiore precisione dove e quando faremo i conti con il freddo polare.
Fonti di riferimento: Aer, Meteo Giuliacci, Nationalgeographic
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