Secondo Veronesi l'addio al nucleare è sinonimo di regresso, e l'uranio impoverito non è rischioso per la salute dell'uomo. Immediate le repliche
L’oncologo Umberto Veronesi, di presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, in visita in Sardegna all’ospedale Businco di Cagliari, ha commentato l’esito dei referendum, ed in particolar modo quello sul nucleare.
“Mi inchino alla volontà popolare, sono un democratico” ha detto Veronesi, ma non è del tutto convinto che sia stata la decisione migliore. “In futuro non sfruttare l’energia sprigionata dall’atomo sarebbe un regresso. La scienza va verso il futuro” ha continuato. Secondo Veronesi, infatti, anche il Sole, la stella che garantisce la nostra vita sulla Terra, somilgia molto ad una centrale nucleare: “Il sole stesso è una grande centrale nucleare, non è che ci buttino il carbone. E noi dobbiamo riprendere, microscopicamente, questo principio. L’universo è nucleare“.
Immediata la replica nei confronti delle sue dichiarazioni. Il primo a ribattere è stato il presidente della Regione Ugo Cappellacci che ha sottolineato la duplice risposta negativa della Sardegna nei confronti dell’energia nucleare. “L’isola ha espresso la propria contrarietà alle centrali per ben due volte nel giro di un mese: con il referendum consultivo regionale prima e con quello abrogativo nazionale poi“. Inoltre secondo Cappellacci “il vero regresso sarebbe quello di adottare un modello di sviluppo non rispettoso del nostro sistema di valori, al primo posto del quale c’è la persona con tradizioni, cultura e ambiente in cui vive“.
Ma le vere polemiche esplodono sulle affermazioni riguardanti l’uranio. Così se Veronesi dormirebbe insieme alle scorie nucleari come affermato un po’ di tempo fa e ribadito in una nostra intervista faccia a faccia con l’oncologo, a quanto pare girerebbe tranquillamente anche con l’uranio impoverito in tasca: “l’uranio impoverito non fa niente, sono radiazioni alfa, con un range di un decimo di millimetro: uno se lo può anche mettere in tasca. Non è pericoloso“. Inoltre, secondo l’oncologo “Il nome uranio fa paura, ma è nell’acqua e nel mare, tre milligrammi per ogni metro cubo. Abbiamo uranio dentro di noi. È debolmente radioattivo in condizioni naturali“. Dunque, non dovremmo temerlo. Purtroppo, o per fortuna, non sono dello stesso avviso gli altri oncologi, secondo cui non esiste nulla di più cancerogeno dell’atomo.
Commenti anche da parte dei Verdi, che tramite il presidente Angelo Bonelli, hanno detto: “Le uscite di Veronesi sul nucleare e sull’uranio impoverito sono francamente sconcertanti. Da un lato Veronesi prova a delegittimare la scelta democratica e di civiltè degli italiani che a larghissima maggioranza e per la seconda volta non solo hanno detto ‘No’ al nucleare ma hanno un modello di societa’ innovativa e basato sulle rinnovabili il risparmio e l’efficienza energetica. Dall’altro mette in dubbio che l’uranio impoverito sia stato la causa di malattie per i militari e le popolazioni civili che ci sono entrate in contatto“.
Secondo Bonelli, inoltre “le affermazioni di Veronesi sono tanto più sconcertanti visto che in Italia ci sono sentenze dei tribunali che dicono l’opposto, come quella di Firenze del 19 dicembre 2008 che ha definito le responsabilità del ministero della Difesa per le patologie di un militare italiano in servizio durante la missione Ibis in Somalia proprio in conseguenza dell’esposizione all’uranio impoverito; o come l’innovativa sentenza del Tar Campania che ha condannato sempre il ministero della Difesa a risarcire il danno biologico per un tumore alla tiroide di un militare italiano esposto all’uranio impoverito, dimostrano il nesso di causalità tra la malattia e l’esposizione“.
Francesca Mancuso