Venezia, la laguna continua a salire: “nel 2150 Piazza San Marco rischia di essere sommersa”

Il livello della marea della laguna di Venezia si alza al ritmo di mezzo cm l’anno e entro il 2150 potrebbe arrivare a sommergere Piazza San Marco

Negli ultimi vent’anni, il livello della marea nella laguna di Venezia è aumentato al ritmo di mezzo centimetro all’anno. Secondo le statistiche del Centro maree del Comune, le misurazioni variano dai 4,22 millimetri del Lido e 4,38 di Punta della Salute fino ai 5 millimetri di Malamocco e ai 5,91 di Chioggia.

Incrociando questi dati con le osservazioni satellitari del CNR e altri istituti di ricerca, emerge un quadro preoccupante per il futuro della laguna. Entro il 2150, il livello delle acque a Punta della Salute potrebbe crescere tra i 60 e i 150 centimetri, a seconda degli scenari di riduzione dei gas serra o del mantenimento dell’attuale livello di emissioni di CO2.

Nello scenario peggiore, Piazza San Marco sarebbe costantemente sommersa da 70 centimetri d’acqua, con vaste aree della città occidentale allagate. Inoltre la frequenza delle acque alte, già in crescita, è destinata a peggiorare: tra il 2019 e il 2023 si sono registrati 58 eventi sopra i 110 centimetri, contro i 24 del quinquennio precedente.

Entro il 2150 il livello del mare potrebbe aumentare fino a 1,5 metri

La crescente consapevolezza dell’innalzamento del livello del mare è al centro di una pubblicazione curata dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con istituzioni internazionali.

Lo studio, pubblicato sulla rivista “Rendiconti Lincei di Springer”, analizza l’aumento del livello del mare nel Mediterraneo, evidenziando gli impatti attuali e futuri del cambiamento climatico e della subsidenza sulla laguna di Venezia.

Marco Anzidei, primo autore dello studio, ha spiegato che l’aumento del livello marino, accelerato dalla subsidenza, sta causando erosione costiera, arretramento delle spiagge e inondazioni sempre più gravi, con impatti significativi sulle popolazioni costiere.

Secondo le proiezioni del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), entro il 2150 il livello del mare potrebbe aumentare fino a 1,5 metri. Lo studio mette in evidenza l’importanza della consapevolezza degli stakeholder locali per affrontare questa sfida. In un processo partecipativo strutturato, i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di stakeholder veneziani per sviluppare strumenti politici orientati a soluzioni specifiche.

I risultati dimostrano che tali strumenti, derivanti dall’interazione tra gli stakeholder, possono essere pertinenti, efficaci e attuabili. Secondo Anzidei è fondamentale una partecipazione più ampia ai processi pubblici per concretizzare strumenti politici in azioni concrete che aiutino le aree vulnerabili ad adattarsi all’innalzamento del livello marino.

La ricerca sottolinea la necessità di colmare i gap di conoscenza tra le percezioni degli stakeholder e le pratiche di mitigazione e adattamento, per affrontare l’innalzamento del livello marino e proteggere aree vulnerabili come la laguna di Venezia.

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Fonte: Rendiconti Lincei di Springer

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