L’ecocidio diventerà reato nell’Unione Europea: i crimini contro la natura saranno puniti fino a 10 anni di carcere, cui si aggiungono multe alle aziende fino al 5% del loro fatturato globale
Inquinare un fiume comporterà pene più severe in futuro, a seguito di un accordo a Bruxelles per armonizzare le definizioni di reato e le pene detentive. L’ecocidio – ovvero i crimini a spese di ecosistemi marini e terrestri, alla loro flora e fauna e l’impatto che ne deriva sul clima e le comunità – sarà infatti inserito nel diritto comunitario diventando reato.
È stata infatti introdotta un’infrazione definita “qualificata” che mira a consentire di incriminare i reati più gravi, ovvero
inquinamenti ambientali estesi, incidenti industriali o gravi incendi, che sono ritenuti coperti dalla fattispecie in forma comparabile al crimine di ecocidio come esso è incardinato nel diritto internazionale.
La legge concordata sarà formalmente approvata dal Parlamento nel febbraio 2024 e i Paesi dell’UE dovrebbero approvarla subito dopo. Il Commissario europeo per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius ha dichiarato a tal proposito:
Per troppo tempo i criminali hanno approfittato della debolezza delle sanzioni e della mancata applicazione della legge. Con questa legge rafforzata, l’UE intensifica la sua azione.
Cosa prevede la legge sull’ecocidio
I negoziati sulla proposta della Commissione europea per la repressione dei reati ambientali, presentata nel dicembre 2021, si sono dunque finalmente conclusi con un accordo tra il Parlamento europeo e i Paesi dell’UE su una nuova direttiva che sancisce pene detentive fino a 10 anni per persone o rappresentanti di aziende che si macchiano di reati ambientali che portano alla morte.
A ciò si aggiungono pene fino a 8 anni per i reati “qualificati”, mentre altre prevedono un limite massimo di 5 anni. Sono attese anche pesanti multe alle aziende fino al 5% del loro fatturato globale, oltre alla perdita delle licenze operative e delle sovvenzioni pubbliche.
In questo caso, però, è stata aggiunta una sorta di “via di uscita”: i Paesi dell’UE potranno scegliere un tasso di penalità che va dal 3 al 5% oppure optare per ammende fisse meno dolorose di 24-40 milioni di euro.
Mentre le sanzioni non saranno completamente armonizzate, lo sarà la definizione di ciò che costituisce reato ambientale. Ad esempio, i nuovi reati contemplati comprenderanno la commercializzazione di prodotti legati alla deforestazione, l’inquinamento marino e il prelievo illegale di acqua.
Non sarà inclusa la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata
La nozione di ecocidio è stata quindi aggiunta come “reato qualificato”, il che significa che sarà un fattore aggravante quando si considera la pena. Il prossimo passo sarà quello di modificare lo statuto della Corte penale internazionale, dove i Paesi dell’UE sono rappresentati con il 20% dei membri.
L’accordo rappresenta dunque una pietra miliare per gli attivisti che si battono per una criminalizzazione globale dell’ecocidio e per questo è stato accolto con favore. L’Ufficio per le politiche europee del WWF ha lodato “l’elevata integrità e l’ambizione complessiva del testo di compromesso finale” raggiunto dai legislatori.
Purtroppo, però, rimangono ancora alcuni nodi da sciogliere. Oltre alla scappatoia prevista per i Paesi UE, la proposta non includerà la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca INN) come ulteriore reato punibile per legge.
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Fonte: Unione Europea
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