Un nuovo modello matematico rivela la “temperatura ottimale” universale per la vita sulla Terra

Quella umana non è l'unica specie terrestre ad avere una "temperatura ottimale": sono molte le specie minacciate dall'aumento della temperatura globale in conseguenza della crisi climatica

Sempre più spesso si sente parlare di riscaldamento globale e dell’aumento della temperatura media sul nostro Pianeta in conseguenza delle emissioni inquinanti provocate dall’essere umano.

Ma quale sarebbe la temperatura ottimale per la vita sulla Terra, quella in grado di garantire una buona qualità della vita a tutti gli esseri viventi?

Per noi esseri umani, 20°C sono una temperatura confortevole: un aumento anche minimo di questa temperatura, infatti, ci fa lavorare in maniera meno efficiente e concentrata, perché rilasciare calore per mantenere la temperatura corporea costante richiede un grande dispendio energetico.

Ma una recente revisione scientifica ha dimostrato che non siamo l’unica specie presente sulla Terra a trovarci bene a questa temperatura.

Anche se esistono numerose altre specie animali che vivono a temperature molto più basse o più alte dei 20°C, una recente revisione scientifica ha dimostrato che 20°C è la temperatura ideale per la vita.

Perché 20°C è la temperatura migliore?

La temperatura di 20°C rappresenta un punto critico per la vita sulla Terra. La maggior parte delle specie prospera a questa temperatura perché è la più favorevole per i loro processi cellulari e la loro sopravvivenza.

Questa tendenza è dimostrata da un modello matematico chiamato “Corkrey”. Il modello matematico di Corkrey prevede che l’ampiezza termica dovrebbe essere ridotta al minimo e i processi biologici più stabili ed efficienti a 20°C.

A sua volta, ciò dovrebbe massimizzare la ricchezza delle specie in tutti i settori della vita, dai batteri alle piante e agli animali multicellulari. Il modello fornisce quindi una spiegazione teorica per questo “effetto 20°C”.

In pratica, le specie che vivono a 20°C hanno minore stress termico (sopportano meglio le variazioni di temperatura) e maggiore efficienza energetica (sfruttano meglio l’energia per crescere e riprodursi).

Temperature più calde di circa 20°C comportano diminuzioni in vari aspetti, fra cui:

  • la tolleranza delle specie marine e d’acqua dolce a bassi livelli di ossigeno
  • la produttività delle alghe marine pelagiche (che vivono in acque libere) e bentoniche (che vivono nei fondali marini) e tassi di predazione dei pesci sulle esche
  • la ricchezza globale di specie in pesci pelagici, plancton, invertebrati bentonici e molluschi fossili
  • la diversità genetica delle specie.

I benefici di un’esistenza trascorsa a 20°C sono dimostrati anche nelle specie estinte e ormai fossili. Le tracce archeologiche rivelano che si è verificato un aumento delle estinzioni quando le temperature superavano i 20°C.

Modello Corkrey e cambiamenti climatici

Tenendo conto di questo modello, è evidente che anche minimi aumenti nella temperatura possono avere un impatto enorme sulla sopravvivenza di numerose specie animali.

In un primo momento, potremmo assistere a migrazioni delle specie da zone diventate per loro troppo calde a zone che hanno conservato una temperatura più bassa – cosa che sta già accadendo.

Purtroppo però, le specie che non riusciranno ad adattarsi all’aumento delle temperature o non saranno in grado di migrare, si estingueranno nel giro di pochi decenni.

La conoscenza del modello Corkrey è un altro campanello d’allarme che dovrebbe far riflettere governi e mondo delle industrie, affinché vengano adottate quanto prima strategie per il contenimento delle emissioni inquinanti e, di conseguenza, dell’aumento delle temperature.

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