Assassinato un giovane guardiano dell’Amazzonia che difendeva le terre ancestrali dai trafficanti di legname

Si chiamava Janildo Guajajara il giovane attivista brasiliano che ha pagato con la sua vita il suo impegno a difesa della foresta amazzonica. Il ragazzo, che faceva parte del gruppo dei Guardiani dell'Amazzonia, è stato assassinato dai trafficanti di legname senza scrupoli né pieta

Nell’indifferenza generale nel cuore della foresta amazzonica continuano a scorrere fiumi di sangue. È di un paio di giorni fa la notizia della morte di Janildo Guajajara, un giovane guardiano dell’Amazzonia, impegnato da anni nella difesa delle terre ancestrali. La sua era considerata una presenza scomoda da chi porta avanti il business del traffico di legname, che sta devastando la foresta pluviale.

L’attivista è stato assassinato sabato durante un’imboscata mentre si trovava ad Amarante, una piccola cittadina di trafficanti di legname vicina al territorio indigeno di Arariboia, nello stato brasiliano di Maranhão.

Janildo sapeva che avrebbe potuto pagare con la sua vita ma era determinato a essere un Guardiano, perché non vedeva altra possibilità per il futuro della sua famiglia e della foresta – racconta la ricercatrice Sarah Shenker del movimento Survival International (che si occupa di tutela dei diritti dei popoli indigeni) – Deve essere fatta giustizia per lui, per Paulo Paulino Guajajara e per tutti gli altri indigeni uccisi nella lotta per la terra.

E le persone in tutto il mondo devono schierarsi con ancora più forza per fermare il genocidio in Brasile e le forze globali che lo alimentano: per la sopravvivenza delle tribù incontattate, di tutti i popoli indigeni e delle terre di cui essi si prendono cura così abilmente.

Janildo è il sesto Guardiano dell’Amazzonia ucciso in pochi anni

Il nome di Janildo Guajajara va ad aggiungersi ad una lista di altre 5 persone barbaramente ammazzate, appartenenti al gruppo dei Guardiani dell’Amazzonia, fondato un decennio fa da alcuni membri del popolo Guajajara per difendere il territorio di Arariboia dai trafficanti di legno e dagli accaparratori di terra e offrire sicurezza agli Awá incontattati.

Prima che i Guardiani iniziassero la loro attività, nella riserva brasiliana c’erano 72 strade illegali utilizzate da chi traffica il legname. Grazie al loro instancabile impegno, adesso ne restano soltanto 5.

Proprio in questi giorni Olimpio Guajajara, uno dei leader dei Guardiani, sta girando il continente europeo insieme agli attivisti del movimento Survival International (che si occupa di tutela dei diritti dei popoli indigeni) per raccontare ciò che accade in Amazzonia.

Un altro Guardiano è stato ucciso – è il sesto finora – e finora nessuno degli assassini degli altri Guardiani è stato punito o arrestato”  commenta Olimpio Guajajara con l’amaro in bocca.

Adesso i Guardiani dell’Amazzonia chiedono a gran voce che qualcuno paghi per quest’ennesima vita stroncata.

Per tutti questi anni abbiamo continuato a proteggere il nostro territorio, nonostante le minacce e gli omicidi. – denunciano – Siamo contro la violenza che uccide e distrugge, noi lottiamo per la vita. Il nostro popolo chiede a gran voce giustizia, e pretendiamo un’indagine su questo e su altri crimini commessi contro i Tenetehar (Guajajara). Vogliamo giustizia.

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Fonte: Survival International

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