La corte del distretto amministrativo di Kieva ha detto stop al turismo nucleare, che ogni anno portava a Chernobyl 10mila curiosi. E tra le proposte vi è quella di un parco eolico o solare
Niente più turismo nucleare. L’Ucraina ha detto basta al viavai di turisti da Chernobyl, con una legge. A renderlo noto è stata la stessa Corte del distretto amministrativo di Kiev che ha indetto una conferenza stampa sulla questione.
Mai più turisti a curiosare in quello che 25 anni fa è stato teatro di morte, il cui nome ancora oggi è associato a radioattività ed è preso come metro di altri disastri nucleari, come quello più recente di Fukushima.
Ogni anno, infatti, sono oltre 10mila le persone che vanno a visitare il luogo dove sorgeva la centrale di Chernobyl, facendola diventare una delle 10 tappe obbligate dei turisti che vanno in vacanza in Ucraina. Ma questa processione verso il cimitero nucleare pare dunque possa avere i giorni contati.
Questo è quanto ha dichiarato la Corte di Kiev: “La legge ucraina vieta il turismo nella zona radioattiva contaminata a seguito del disastro di Chernobyl“. Il Tour di Chernobyl non sarà più a disposizione dei turisti. Inoltre, secondo quanto si legge su Voice of Russia, il turismo nucleare aveva trasformato la zona in una delle mete turistiche più esotiche del mondo. Ogni turista per visitarla ha pagato circa 600 dollari, non tutti passati per vie legali, per un fatturato annuo di milioni di dollari, finito nelle casse degli organizzatori dei Tour della Morte.
Tuttavia, in un primo momento il Ministero dell’Emergenze aveva permesso i tour perché, a suo dire, sarebbero stati il modo per educare la gente riguardo alle conseguenze di tali disastri e riguardo alla necessità di evitarli. Inoltre, i fondi raccolti, secondo il governo, avrebbero potuto aiutare a finanziare nuovi progetti industriali in terreni contaminati.
Ma a far pendere la bilancia per la chiusura dell’area a partire dal mese di giugno di quest’anno è stata la presenza di tour abusivi, che violavano quanto stabilito dalla legge. Ma ufficialmente, l’area attorno a Chernobyl è stata chiusa per lavori, anche se esperti, scienziati e giornalisti possono ancora accedervi.
Ma un’altra proposta sembra prendere campo. Ad avanzarla è stato Dmitriy Bobr, del Ministero delle Emergenze dell’Ucraina, secondo cui “quasi la metà dei 30 km di spazio decontaminati potrebbero essere usati per costruire centrali solari e parchi eolici. Possiamo anche pensare al biocarburante“.
In questo modo, quello che per 25 anni è stato uno dei peggiori teatri di morte, potrebbe rinascere a nuova vita, evitando qualunque pericolo anche sotto forma di inquinanti, alla popolazione già martoriata dal terribile disastro del 25 aprile 1986.
Francesca Mancuso