Ancora morti, ancora tsunami in Indonesia. Un incubo che si ripete a 14 anni di distanza. Il bilancio delle vittime è ancora in aggiornamento, attualmente sono circa 280. Secondo le prime ricostruzioni i sistemi di allerta non erano in funzione dal 2012
Ancora morti, ancora tsunami in Indonesia. Un incubo che si ripete a 14 anni di distanza. Il bilancio delle vittime è ancora in aggiornamento, attualmente sono circa 280. Secondo le prime ricostruzioni i sistemi di allerta non erano in funzione dal 2012.
Secondo quanto rivelato dal portavoce dell’agenzia per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho, il sistema di allarme nelle zone colpite dallo tsunami non era operativo dal 2012. E le cause sono molteplici, dalla mancanza di fondi agli atti di vandalismo fino a problemi tecnici mai risolti. Ma non è tutto riconducibile a questo.
Oggi, anche a causa di questo, si piangono nuove vittime. È uno scenario desolante quello che appare agli occhi dei soccorritori. Lo tsunami si è abbattuto sulle coste affacciate nello stretto della Sonda tra le isole di Giava e Sumatra. Un’onda mortale, alta 20 metri, ha spazzato via vite umane, case e hotel 24 minuti dopo l’eruzione del vulcano che l’avrebbe scatenata.
Lo tsunami infatti è arrivato a sorpresa poco dopo l’eruzione del vulcano presente sull’isola di Anak Krakatau. Secondo i funzionari indonesiani, potrebbe essere stato causato da una frana sottomarina scatenata a sua volta dall’attività vulcanica.
In questo caso, a prescindere dai sistemi di allarme non funzionanti, nulla lasciava presagire l’arrivo dello tsunami. Non è stata rilevata attività sismica nella zona tale da far scattare l’evacuazione.
Death toll from #IndonesiaTsunami rises to at least 168, hundreds more wounded: https://t.co/NLTVbWWpP3 pic.twitter.com/4dr7PcUgu1
— The Weather Channel (@weatherchannel) December 23, 2018
Al momento, risultano distrutte almeno 611 case, 69 hotel e ville, 60 piccoli negozi e 420 barche, secondo i dati forniti da Sutopo Purwo Nugroho, portavoce dell’agenzia di gestione delle calamità in Indonesia:
“Non abbiamo un sistema di allarme tempestivo per lo tsunami innescato da frane sottomarine e eruzioni vulcaniche. Quello che abbiamo è un allarme tempestivo basato sul terremoto come fattore scatenante” ha spiegato aggiungendo che la sfida è quella sviluppare un sistema che riconosca le frane sottomarine e le eruzioni vulcaniche.
L’onda si è abbattuta anche sulla folla che stava assistendo a un concerto, come mostra il video che segue:
Qui un altro video con le immagini desolanti della zona colpita vista dall’alto:
Purtroppo gli tsunami innescati dai terremoti non sempre danno avvertimenti. Era accaduto anche con lo tsunami che a settembre colpì la città di Palu sull’isola di Sulawesi. Anche allora non scattò alcune allarme e persero la vita oltre 2.100 persone.
Anche se il più grande disastro che ha colpito l’Indonesia di recente è stato il terremoto (e lo tsunami) dell’Oceano Indiano che ha distrutto gran parte della città di Banda Aceh, uccidendo circa 225.000 persone, quest’anno il paese ha dovuto fare i conti con un sisma di magnitudo 7.0 sull’isola di Lombok, che ha causato più di 550 vittime.
Il bilancio dei morti dei disastri in Indonesia quest’anno è il peggiore dal 2005, quando un terremoto di magnitudo 6,3 investì la città di Yogyakarta sull’isola di Giava, uccidendo più di 5.000 persone.
Un altro Natale in cui si piangono vittime innocenti, che si potevano in parte evitare.
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