L'amministrazione Trump ha completato l’eliminazione delle protezioni ambientali per corsi d'acqua, zone umide piccoli torrenti
L’amministrazione Trump ha completato l’eliminazione delle protezioni ambientali per corsi d’acqua, zone umide piccoli torrenti esponendo così la popolazione e l’ambiente a gravi rischi.
L’Agenzia per la protezione ambientale (EPA), dopo l’abrogazione del Clean Water Rule dello scorso settembre, ha infatti rimosso ufficialmente milioni di miglia di corsi d’acqua e circa metà delle zone umide americane dalla supervisione federale, consentendo potenzialmente ai proprietari terrieri di scaricare pesticidi e altri inquinanti nelle acque senza incorrere in alcuna penalità.
Si tratta risorse idriche che forniscono acqua potabile a circa 117 milioni di persone negli Stati Uniti, dunque la decisione comprometterà direttamente la sicurezza dei cittadini.
“La nuova normativa è scientificamente indifendibile e socialmente ingiusta”, ha commentato Betsy Southerland, ex direttore scientifico dell’ufficio delle acque dell’EPA.
Donald Trump aveva preso di mira il Clean Water Rule, già nel 2015, poiché riteneva che desse troppo potere al governo federale, tesi sostenuta anche da molti agricoltori e proprietari terrieri.
Con il Clean Water Rule, la precedente amministrazione aveva ampliato la definizione di “acque dagli Stati Uniti” anche a torrenti e zone umide, per garantire la salute delle persone.
La legge si basava infatti sui risultati di circa 1200 studi scientifici che hanno dimostrato come piccoli corsi d’acqua e zone umide si colleghino ai grandi fiumi a valle e, di conseguenza, alla rete idrica.
Circa il 60% dei corsi d’acqua americani rimangono asciutti durante l’anno ma si ricollegano ai grandi fiumi in seguito alle precipitazioni.
Un gruppo di 44 dipendenti ed ex dipendenti dell’EPA ha presentato un reclamo chiedendo all’ufficio dell’ispettore generale dell’EPA di determinare se la nuova norma violi la politica di integrità scientifica dell’agenzia:
“La nuova legge contraddice il travolgente consenso scientifico sulla connettività delle zone umide e delle acque e gli impatti che flussi effimeri e le cosiddette zone umide geograficamente isolate hanno sulle acque navigabili a valle”, si legge nel reclamo.
Secondo la nuova normativa, le protezioni saranno dunque mantenute per i grandi fiumi, ma non per i piccoli corsi d’acqua che si alimentano grazie alle piogge e allo scioglimento della neve e per le zone umide lontane dai grandi fiumi.
In questo modo si favoriscono agricoltori, allevatori e proprietari terrieri che non avranno più l’obbligo di tutelare la qualità dell’acqua, riducendo così i costi per queste categorie di americani e aumentando il prezzo da pagare per l’ambiente e per grandi fasce di popolazione.
I cittadini a basso reddito e i residenti a ovest del paese saranno particolarmente colpiti, poiché in quelle zone i piccoli corsi d’acqua e i fiumi effimeri rappresentano oltre l’80% delle risorse idriche.
Non saranno ovviamente solo le persone a subire le conseguenze di tale decisione: 75 specie animali che dipendono dai corsi d’acqua rischiano di estinguersi, e la mancanza di protezione avrà ripercussioni anche sulla pesca.
Questa settimana, Trump ha dichiarato al World Economic Forum di Davos che gli Stati Uniti hanno “tra l’aria più pulita e l’acqua potabile sulla Terra”, nonostante la diffusa contaminazione con sostanze chimiche come PFAS e metalli pesanti come il piombo.
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