Il nuovo Piano Trump per le infrastrutture è un duro colpo per l’ambiente

Creare un'America più forte. Parla in questi termini il Presidente Trump che ha appena rivelato il nuovo piano per le infrastrutture con l'obiettivo di migliorare i sistemi di trasporto Usa. Una cifra da capogiro, 1500 milioni di dollari, che potrebbero avere un impatto devastante sull'ambiente

Creare un’America più forte. Parla in questi termini il Presidente Trump che ha appena rivelato il nuovo piano per le infrastrutture con l’obiettivo di migliorare i sistemi di trasporto Usa. Una cifra da capogiro, 1500 milioni di dollari, che potrebbero avere un impatto devastante sull’ambiente.

Si tratterà solo per una piccola quantità di finanziamenti federali ma finiranno soprattutto helle tasche di investitori privati. Ancor più preoccupante è il fatto che il piano cambierà il modo in cui i progetti saranno approvati, il che potrebbe avere un impatto non da poco sull’ambiente. Come?

Il piano di Trump punta inprimo luogo ad affrettare le revisioni ambientali eliminando la corretta supervisione bipartisan da parte delle agenzie federali che attualmente valutano i costi ambientali dei progetti. Invece di essere esaminato dalla US Environmental Protection Agency, dal Corpo degli Ingegneri dell’Esercito o dall’U.S. Fish and Wildlife Service, ogni nuovo progetto sarà visionato da un’agenzia principale che avrà il controllo totale su tutto.

Ad esempio, fino ad ora, le condutture di petrolio e gas pianificate per attraversare i parchi nazionali richiedono l’autorizzazione del Congresso. Ma la proposta di Trump darà al segretario Zinke il controllo sulla revisione di questi progetti.

In secondo luogo, il piano indebolirà le tutele previste dalla legge per le specie in via di estinzione ed eliminare la sezione del Clean Air Act che richiede la revisione EPA per i progetti.

Il piano di Trump punta dunque a zittire gli esperti ambientali e a eliminare le revisioni dello stato sui nuovi progetti.

Il che, alla luce anche della linea di Trump, potrebbe anche essere il male minore. Come ha fatto notare il New York Times infatti, la supervisione da parte di un dipartimento che nega i cambiamenti climatici potrebbe avere un prezzo ancora più alto

“dal momento che ignorare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle infrastrutture che si costruiscono e riparano potrebbe significare costruire la cosa sbagliata, nel posto sbagliato, gli standard sbagliati”.

Peter DeFazio, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato dell’Oregon, ha detto:

“Questo non è un vero piano infrastrutturale, è semplicemente un’altra truffa, un tentativo da parte di questa amministrazione di privatizzare le funzioni governative critiche, e creare occasioni per gli amici di Wall Street. Questa falsa proposta non affronterà le gravi esigenze infrastrutturali che affliggono questo paese, quindi le nostre strade piene di buche peggioreranno, i nostri ponti e sistemi di transito diventeranno più pericolosi e i nostri pedaggi diventeranno più alti”.

Dal canto suo, “Costruire un’America più forteè il messaggio lanciato da Trump nell’annunciare il nuovo piano che “focalizzerà un quarto dei fondi federali su progetti rurali per ricostruire strade, fornire acqua pulita, espandere la banda larga e fornire energia affidabile anche agli angoli trascurati della nostra nazione”.

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“Con questo piano infrastrutturale, il Presidente Trump allineerebbe le tasche delle compagnie petrolifere e del gas mentre appoggia le salvaguardie ambientali”, ha dichiarato Drew McConville, senior managing director di The Wilderness Society. Un modo per “premiare gli amici nel settore dei combustibili fossili“, prosegue.

Non c’è da stupirsi, solo tristi promesse mantenute.

Francesca Mancuso

Foto cover

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