Trovati nuovi Pfas nel fiume Bormida e anche stavolta c’entra l’ex Solvay di Alessandria

Sempre più critica la situazione ambientale in provincia di Alessandria. Recenti rilevamenti nel fiume Bormida hanno trovato nuovi PFAS, anche stavolta collegati allo stabilimento Syensqo (ex Solvay)

La situazione ambientale nella provincia di Alessandria continua a preoccupare, e al centro del problema c’è ancora una volta l’ex stabilimento Solvay (Syensqo) di Spinetta Marengo. Le rilevazioni più recenti hanno infatti individuato nuove tracce di PFAS nel fiume Bormida, confermando (come se ce ne fosse bisogno) che la presenza di queste sostanze pericolose e altamente persistenti nell’ambiente è un problema urgente da risolvere.

Del danno ambientale creato da questo stabilimento, ma anche dei rischi per la salute dei cittadini, abbiamo già parlato in diversi precedenti articoli. Leggi anche: Pfas: la Solvay di Alessandria è il sito più contaminato in Europa (ed è finalmente iniziato il processo per disastro ambientale)

Ma ora c’è una novità. Ad Alessandria, durante l’ultima Commissione Sicurezza e Ambiente, la dottoressa Sara Valsecchi dell’Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa-Cnr) ha presentato uno studio che rivela la presenza di nuovi composti Pfas nelle acque del fiume Bormida, in corrispondenza del polo chimico di Spinetta Marengo.

Il campionamento, effettuato a monte e a valle dello scarico industriale della Syensqo, ha evidenziato 3 miscele di composti e 3 composti singoli, probabilmente generati durante la sintesi dell’Aquivion, un materiale innovativo utilizzato dall’azienda.

A fronte di questi risultati, l’Istituto ha avanzato precise richieste, tra cui l’accesso agli standard analitici e alle miscele tecniche di Syensqo, per poter eseguire ulteriori analisi. Valsecchi ha inoltre sottolineato la necessità di ampliare il monitoraggio su vegetali, uova e sulla salute umana, per verificare eventuali esposizioni ai nuovi composti Pfas. In particolare, si richiede un biomonitoraggio del sangue e delle urine per individuare sia le sostanze bioaccumulabili sia quelle rapidamente eliminate dal corpo attraverso i reni.

Fondamentale, secondo Valsecchi, è la pubblicazione dei dossier tossicologici relativi ai nuovi composti e a quelli già utilizzati in passato. Sebbene Syensqo abbia fornito alcuni dati analitici, questi non sono sufficienti per condurre test completi, limitando così le possibilità di ulteriori studi indipendenti.

Nonostante una riduzione dei livelli di contaminazione rilevata tra il 2020 e il 2021, grazie all’applicazione di leggi regionali più severe, l’inquinamento resta una preoccupazione seria per l’ecosistema locale e per le falde acquifere del Piemonte.

Impatti su fauna e vegetazione

Particolarmente preoccupanti sono i risultati relativi ai pesci e agli uccelli selvatici della zona. Le concentrazioni di Pfas nei pesci del fiume Bormida raggiungono livelli altissimi, fino a 3.000 microgrammi per chilo, molto superiori a quelle rilevate nei pesci dei laghi di Garda e Iseo, dove non superano i 50 microgrammi per chilo. Le analisi sulle uova di uccelli selvatici prelevate nei pressi dello scarico Solvay hanno mostrato una contaminazione da Pfoa 100 volte superiore rispetto a quelle rinvenute in altre regioni italiane.

Adriano Di Saverio, presidente della Commissione Sicurezza e Ambiente, ha sottolineato l’importanza di trattare le risorse idriche come beni comuni e non come risorse economiche da sfruttare. La falda acquifera di Alessandria, la seconda più grande del Piemonte, deve essere protetta da qualsiasi forma di inquinamento industriale che possa compromettere la salute della popolazione e dell’ambiente circostante.

L’Istituto di Ricerca sulle Acque continua a lavorare per raccogliere dati certi e scientificamente inattaccabili, nella speranza che Syensqo collabori pienamente alla divulgazione delle informazioni necessarie per garantire un monitoraggio efficace e trasparente dell’inquinamento da Pfas nella zona.

Fatto sta che, nonostante le denunce e le indagini degli ultimi anni, l’eredità di contaminazione legata al noto impianto chimico sembra destinata a perdurare, aggravando una crisi ambientale già abbastanza critica.

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Fonte: Radio Gold Alessandria

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