Applicando una legge regionale e aggirando il decreto semplificazioni (legge 12/2019), la Sicilia ha autorizzato 3 nuovi pozzi esplorativi in Val di Noto. I Sindaci e il movimento No Triv sono già sul piede di guerra.
Applicando una legge regionale e aggirando il decreto semplificazioni (legge 12/2019), la Sicilia ha autorizzato 3 nuovi pozzi esplorativi in Val di Noto. I Sindaci e il movimento No Triv sono già sul piede di guerra.
Il Val di Noto è un’area riconosciuta come patrimonio dell’Umanità Unesco, è famoso infatti non solo per le sue bellissime spiagge e i borghi marinari ma anche per le opere artistiche e i siti archeologici che custodisce. Ora potrebbe diventare scenario di trivellazioni, nonostante il divieto nazionale.
Che cosa è successo? La Regione Sicilia, applicando la legge regionale 14/2000 e dando attuazione a un Protocollo del 2014 sottoscritto da Mise, Eni, Regione Siciliana, Comune di Gela e altri, ha dato l’ok alla realizzazione di 3 pozzi esplorativi da parte della texana Panther Oil.
Se ne è dunque palesemente infischiata del decreto semplificazioni (legge 12/2019) che ha sospeso in tutta Italia i permessi di ricerca e i procedimenti per le relative istanze.
I nuovi pozzi esplorativi sono stati concessi in un’area già interessata da un permesso di ricerca, il “Fiume Tellaro”, rilasciato prima della sospensione ma ora è stato rilasciato anche un nuovo permesso, chiamato ‘Case La Rocca’.
La richiesta è stata fatta ad inizio 2019 dalla Panther Eureka Srl, oggi Maurel et Prom Italia Srl e, data la concessione ottenuta con decreto firmato da Toto Cordaro il 5 luglio, la compagnia è attualmente autorizzata a procedere a un rilievo geofisico in una zona di 660,37 chilometri quadrati che coinvolge 6 comuni siciliani.
Non è la prima volta che la Panther Oil, una delle più grandi compagnie petrolifere al mondo, prova a fare affari in Val di Noto. Già molti anni fa aveva tentato di promuovere progetti di trivellazione nella zona e, nonostante l’allora governo di Totò Cuffaro fosse dalla loro parte, non riuscirono nell’intento grazie ad una vera e propria sommossa da parte della comunità locale (appoggiata anche da Andrea Camilleri) e del movimento No Triv oltre che ad una serie di ricorsi e sentenze del Tar.
Anche in questa occasione è già stata annunciata la battaglia. I sindaci di Noto, Scicli, Rosolini, Modica e Ispica, non hanno preso molto bene la notizia e già hanno comunicato, insieme ai No Triv, di stare sul piede di guerra. Chiederanno inoltre al ministero dello Sviluppo economico di intervenire.
Ma perché nel nostro paese ancora si cercano di sfruttare vecchie fonti di energia inquinanti mentre nel resto del mondo (vedi l’Inghilterra che sta investendo 25 miliardi per i parchi eolici in mare) si punta sulle rinnovabili?
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Francesca Biagioli