Trivelle e deposito nazionale delle scorie radioattive sono due dei temi caldi che il nuovo Governo Draghi dovrà affrontare in tempi brevi
Decreto Milleproroghe 2021. Oggi, dalle 10, sono partite alla Camera, presso le commissioni Affari costituzionali e Bilancio, le votazioni sugli emendamenti destinati a diventare legge in tempi brevi, entro il 1° marzo prossimo. Quali sono in particolare le sfide ambientali di cui il nuovo Governo Draghi dovrà occuparsi? Dal nucleare alle trivelle, due sono i temi particolarmente scottanti.
Sfratti, concessioni demaniali, ma soprattutto trivelle e scorie nucleari. Sono questi alcuni dei temi caldi del Milleproroghe, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre. Adesso i termini per la conversione in legge stanno per scadere e anche il cambio di Governo di certo non ha velocizzato i lavori.
Al momento si sta lavorando per scremare gli oltre 2.500 emendamenti presentati. Ma in attesa che il Decreto venga trasformato in legge, abbiamo cercato di capire quali siano le sfide ambientali imminenti che il nuovo esecutivo dovrà affrontare.
Trivelle
A dicembre, quanto è stato pubblicato il testo del decreto in Gazzetta, è stata subito palese la cancellazione dello stop alle trivelle. In particolare è emersa l’assenza della riconferma della moratoria alle nuove autorizzazioni di concessioni di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Ciò significa che di fatto, già da questo mese, è possibile che ripartano le attività estrattive e di perforazione.
Nell’articolo contenuto fino a dicembre nel decreto Milleproroghe si prevedeva lo stop a «permessi di prospezione o di ricerca ovvero di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi». Sarebbero rimasti validi i permessi esistenti fino alla naturale scadenza senza ulteriori rinnovi.
Un colpo di spugna terribile. Invece di puntare sulle rinnovabili e la sostenibilità, l’Italia tornerebbe a investire di più sul petrolio. Altro che Transizione ecologica. Bisognerà vedere cosa ci attende dal passaggio alla Camera e al Senato del decreto e se il nuovo Governo, che ha il merito di aver istituito il Ministero della transizione ecologica, saprà indirizzare la politica energetica italiana verso le rinnovabili.
Scorie nucleari
La Sogin ha reso noti a inizio gennaio i siti candidati a ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari. Da allora sono state numerose le proteste sia da parte dei cittadini che dei sindaci, tutti accomunati dal fatto di non voler ospitare il deposito.
Si auspicava la proroga dei termini per presentare le osservazioni ma a quanto pare la Sogin non ha dato il via libera a questa concessione. Ricordiamo che l’iter per la costruzione del deposito sarà il seguente:
“La pubblicazione della Cnapi di fatto dà l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sarà questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere” aveva fatto sapere il Ministero dell’ambiente.
Successivamente, sulla base alle osservazioni e della discussione nel Seminario Nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta.
Ma il termine dei due mesi è prossimo e sarà il 5 marzo prossimo.
Una scadenza imminente che arriverà pochi giorno dopo la trasformazione in legge del Milleproroghe.
Fonti di riferimento: Gazzetta Ufficiale