Tutti uniti contro la fogna di Torre Guaceto, una delle aree marine protette più belle d'Italia deturpata dal malfunzionamento degli scarichi in cui ora non è possibile nemmeno la balneazione. Ma come siamo arrivati a questo punto? Quali soluzioni auspicabili?
Tutti uniti contro la fogna di Torre Guaceto, una delle aree marine protette più belle d’Italia deturpata dal malfunzionamento degli scarichi in cui ora non è possibile nemmeno la balneazione. Ma come siamo arrivati a questo punto? Quali soluzioni auspicabili?
La Puglia, dopo anni di consapevoli ritardi è stata sottoposta a procedura di infrazione UE poiché era prassi consolidata scaricare i reflui in falda o sul suolo senza trattamento. Quindi, nel dotarsi di un moderno sistema di depurazione e avendo necessità di scaricare in ogni caso, ha scelto “il male minore”, ovvero far confluire tutto nell’ Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Necessità fa virtù, è vero. Sì, ma non in questo caso!
Dopo lo scoppiare delle polemiche, petizioni e appelli da parte di molti fronti, compreso il WWF, che chiedono di bloccare gli scarichi, ieri il Presidente Vendola (assente, per giunta) ha indetto un incontro con i rappresentanti di Acquedotto pugliese, della direzione della Riserva, dell’Autorità idrica pugliese e del Consorzio di bonifica. . L’obiettivo del vertice in Regione è stato discutere appunto della situazione relativa al depuratore consortile dei tre comuni interessati che, dopo il sopralluogo all’impianto di un rappresentante del Ministero dell’Ambiente, non può assolutamente continuare a scaricare reflui nel Canale reale della riserva naturale e quindi risolvere al più presto questa maleodorante situazione, sulla quale pesano già diverse denunce e persone indagate.
Le azioni che l’Acquedotto dovrebbe urgentemente attivare sono l’aumento della la capacità di filtraggio del depuratore e l’avvio dei lavori delle condutture sommerse, anche se prima di due anni sarà difficile vederle realizzate.
Intanto però dai prelievi analizzati, i campioni di acqua presentano concentrazioni di E. coli, azoto totale e solidi sospesi oltre i limiti consentiti previsti dalla legge. Per L’Acquedotto Pugliese è tutto regolare poiché la situazione migliorerà mano a mano con la messa a regime del depuratore, in vista appunto delle condotta sottomarina.
Peccato che l’Acquedotto non sappia di cosa parla, visto che, essendo in una riserva integrale gli impatti devono essere praticamente pari a zero e che la situazione può compromettere il benessere di un’area marina importantissima come rifugio per la biodiversità. I timori dei biologi dell’Università del Salento sono altissimi soprattutto per la Posidonia oceanica, una pianta che contribuisce all’ossigenazione delle acque e sito di alimentazione e riproduzione di moltissima fauna ittica che potrebbe essere compromessa dall’aumento di torbidità e di sostanze organiche fognarie.
Sono state subito visibili le conseguenze di questa penosa decisione: acque schiumose e torbide, maleodoranti che hanno contaminato per giorni (siamo ormai all’ 8 ottobre) una zona delicata.
In quel luogo, a Torre Guaceto è preclusa addirittura la presenza dei bagnanti nonostante sia considerata da sempre una perla della sostenibilità e riconosciuta a livello europeo per una gestione esemplare. Così virtuosa che le è valsa il riconoscimento di Area Speciale di Interesse Mediterraneo ed è stata individuata dal ministero dell’Ambiente come buon esempio da portare a Expo 2015.
Con 2200 ettari di riserva marina protetta, 8 chilometri di costa (che era) incontaminata, ulivi secolari, pescatori consapevoli dei benefici della pesca sostenibile e area di tradizioni legate alla terra, ha anche un presidio Slow food per la tutela di antiche varietà di pomodori. La stessa Slow Food ha lanciato una petizione per la protezione di Torre Guaceto che già conta moltissime adesioni.
Passano i giorni, ne sono passati 17 e altri ne passeranno prima che, forse, si faccia qualcosa di concreto. Parole, parole, per ora solo parole dall’alto degli scranni e intanto il tempo passa e non si può fare a meno di rivolgere il pensiero a quel grosso tubo. Sembra quasi di sentire il rumore di quel gorgoglio continuo che fa la schiuma. Ma noi siamo lontani, mentre laggiù quei dannati scarichi ci stanno portando via un gioiello della natura.
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Cristiana Priore