Tornado sempre più violenti: colpa della temperatura del mare, la conferma dal Cnr

Tornado nel Mediterraneo e aumento delle temperature del mare. La presenza di fenomeni sempre più violenti dalle nostre parti è stata dimostrata mesi fa dai ricercatori del Cnr. E l'ultimo tornado che si è abbattuto nei giorni scorsi in provincia di Caserta ne è la prova.

Tornado nel Mediterraneo e aumento delle temperature del mare. La presenza di fenomeni sempre più violenti dalle nostre parti è stata dimostrata mesi fa dai ricercatori del Cnr. E l’ultimo tornado che si è abbattuto nei giorni scorsi in provincia di Caserta ne è la prova.

Che il clima stia cambiando è indubbio, ma già mesi fa gli scienziati del Cnr avevano messo in guardia, dicendo che un mare più caldo fornisce più energia ad un tornado.

Ultimamente, fenomeni come tornado, trombe marine sulle nostre coste sembra siano aumentati. Se da una parte è vero che la smartphone e social network facilitino la circolazione di queste notizie, dall’altra è innegabile che qualcosa stia davvero cambiando.

Negli ultimi anni, si sono verificati alcuni intensi tornado, spesso sul mare, con conseguenze nefaste sulla terraferma. Lo scorso anno un team di scienziati del Cnr aveva condotto uno studio pubblicato su Scientific Report, secondo cui anche se il Mediterraneo non è zona di tornado violenti, quelli che si verificheranno avranno una intensità sempre maggiore a causa dell’aumento della temperatura del mare, anticipando quanto accaduto in questi giorni a Caserta.

Gli scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche degli Istituti di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr) e sull’inquinamento atmosferico (Iia-Cnr), per studiare il fenomeno dei tornado in Italia, sono partiti dall’evento che colpì Taranto a novembre del 2012, causando un morto e danni per 60 milioni di euro.

I ricercatori hanno applicato un modello meteorologico in grado di riprodurre correttamente il percorso della cella temporalesca dotata di moto vorticoso (supercella) da cui si era formato il fenomeno, mettondolo in relazione anche con la variazione della sua intensità. Dopo aver condotto questa simulazione, gli scienziati hanno considerato la temperatura del Mar Ionio.

Antonello Pasini, ricercatore Iia-Cnr e coautore dell’articolo spiega: Un mare più caldo fornisce più energia al tornado, che si manifesta poi in una sua maggiore intensità e violenza. Sappiamo che all’epoca dell’evento, la temperatura della superficie del Mar Ionio era di circa 1°C superiore alla media climatologica del periodo. Sempre attraverso il modello meteorologico, abbiamo analizzato allora cosa sarebbe successo se la temperatura del mare fosse stata differente, modificandola nelle simulazioni numeriche di +/- 1°C rispetto a quella osservata”.

Le simulazioni hanno così mostrato che con 1°C in meno la supercella non si sarebbe formata e il tornado non si sarebbe sviluppato. Al contrario, l’aumento di 1° C della temperatura del mare (il valore previsto da molti modelli climatici per la fine del XXI secolo), avrebbe creato le condizioni per la formazione di un tornado molto più intenso.

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“In alcune zone del nostro Paese abbiamo raggiunto la soglia di innesco di temperatura del mare per fenomeni molto violenti. Va precisato, però, che con questo studio non abbiamo analizzato il possibile aumento del numero di tornado in Italia, ma solo la loro violenza”, conclude Pasini. “In questo senso, purtroppo, è emerso che l’aumento della temperatura del mare dovuta al riscaldamento globale farà sì che questi sistemi, quando si manifesteranno, saranno più intensi”.

Gli effetti dei cambiamenti climatici sono già sotto ai nostri occhi.

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Francesca Mancuso

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