Il violento terremoto che ieri ha colpito una delle province meridionali del Pakistan ha avuto anche un altro effetto collaterale: nel mare antistante la costa sarebbe infatti apparsa un'isola. E tra chi crede che esistesse già e chi invece si interroga sulla sua origine, un'ipotesi appare plausibile. La collinetta potrebbe essere un vulcano di fango
Il violento terremoto che ieri ha colpito una delle province meridionali del Pakistan ha avuto anche un altro effetto collaterale: nel mare antistante la costa sarebbe infatti apparsa un’isola. E tra chi crede che esistesse già e chi invece si interroga sulla sua origine, un’ipotesi appare plausibile. La collinetta potrebbe essere un vulcano di fango.
Mentre ancora si fa la conta dei danni e delle vittime, il cui numero sale di ora in ora ed è pari al momento a 208 persone, tra i media di tutto il mondo è circolata la notizia che dalle acque dell’oceano fosse sorta una strana formazione collinare, emersa dal mare.
Apparsa inizialmente una bufala, la presenza dell’isola è stata passata al vaglio da vari geologi che hanno ascoltato varie testimonianze, tra cui quella di Moazzam Jah, un ufficiale di polizia del distretto di Gwadar, che ha riferito a Pakistan Geo News che l’ammasso di fango si è alzato dal mare in un punto situato a circa 100 m dalla costa poco dopo il terremoto.
Ma vi sono altre ipotesi. Secondo alcune teorie, la distanza dall’epicentro non è tale da giustificare una scarpata di faglia, che segna lo spostamento lungo l’asse verticale della faglia stessa, o ancora di una frana. Tuttavia, sono in molti a ritenere che la distanza dall’epicentro non sia tale da giustificare una scarpata.
Per questo, tra le ipotesi al momento più plausibili vi è quella del vulcano di fango, un nuovo pezzo di terra appena entrato a far parte del Pakistan. Secondo il geologo Bob Yeat i cosiddetti vulcani di fango sono degli ammassi sottomarini che eruttano argilla, rammollita dall’acqua, e che nascono quando tali sedimenti vengono spinti dall’acqua e dal gas caldo intrappolato sottoterra.
In questo caso, la zona di subduzione sotto il Pakistan e l’ attività tettonica che riscalda e trattiene il gas ne avrebbero favorito la formazione. Le placche tettoniche araba ed eurasiatica si scontrano proprio al largo del Pakistan formando qui una zona di subduzione. Ma c’è un’incongruenza: il terremoto di ieri si è verificato a terra, a grande distanza, e e i lati della faglia si sono spostato orizzontalmente, non verticalmente
“Uno strato di argilla o scisto può essere impermeabile, ma se viene rotto durante un terremoto, potrebbe rilasciare fango e acqua sotto pressione nella parte inferiore dello strato. O uno strato di argilla ricco d’acqua potrebbe subire una liquefazione e verrebbe rilasciato insieme ai sedimenti nelle fratture”, ha spiegato James Heins, scienziato senior della US Geological Survey di Santa Cruz.
La foto, apparsa su Pakistan Geo News, ha mostrato l’ammasso di terra di circa 12 metri di altezza e di 30 larghezza a circa 100 metri di distanza dalla città costiera di Gwadar.
Francesca Mancuso
Foto: http://abcnews.go.com
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