Oggi ci sarà un vertice straordinario tra i ministri dell’Energia dei 27 Paesi europei, per parlare sia di Giappone che di Europa dove al momento ci sono 143 centrali nucleari attive. Oettinger invita i paesi a rivedere le scelte del nucleare...e in Italia?
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L’Europa è al riparo da rischi nucleari in caso di calamità naturali? Naturalmente no, perché – sebbene gli impianti di ultima generazione siano più sicuri di quelli vecchi – nessuno e niente è oggi in grado di garantire al 100% la tenuta delle centrali nucleari. Specie in caso di catastrofi naturali.
E se dopo l’esplosione dei tre reattori giapponesi alcuni Paesi europei come la Svizzera stanno velocizzando le procedure per chiudere alcune delle centrali più vecchie, l’Ue continua a non esporsi troppo, avallando in alcuni casi lo sviluppo di impianti ad energia atomica. Critici naturalmente gli ambientalisti, che stanno facendo sentire la loro voce soprattutto in Germania, dove il dibattito sul nucleare è tutt’altro che chiuso.
Ma facciamo il punto della situazione
In Europa ci sono ben 14 Paesi (su un totale di 27) che dispongono di impianti nucleari e in totale le centrali sono 143. La maggior parte (58) si trova in Francia, seguono Regno Unito (19), Germania (17), Svezia (10), Spagna (8), Belgio (7), Repubblica Ceca (6), Slovacchia e Finlandia (4), Bulgaria (2) e Olanda e Slovenia (1). Realtà come l’Italia e la Polonia stanno invece pianificando di dotarsi di nuove strutture.
Nonostante l’evoluzione tecnologica, però, il problema resta sempre lo stesso: queste centrali sono sicure?
Il commissario UE all’Energia, il tedesco Günther Oettinger, ha invitato i paesi UE che hanno centrali nucleari a controllare gli standard di sicurezza delle strutture più datate e ha evidenziato la possibilità di chiusura per quelle più vecchie.
Secondo Oettinger, la situazione in Giappone ha “cambiato il mondo” e ciò che veniva definito “sicuro e gestibile” oggi fa sorgere seri dubbi, tanto che – dice il politico tedesco – “non possiamo escludere niente”.
E visto l’atteggiamento di Oettinger, per alcuni versi ancora favorevole al nucleare, 60.000 ambientalisti di Baden-Wuerttemberg sono scesi in piazza per protestare contro l’atomo, mentre alcuni attivisti austriaci stanno spingendo affinché l’UE metta in atto degli “stress test” per verificare la resistenza e la qualità dei reattori più vecchi.
Il problema (specie per il possibile futuro del nucleare nel nostro Paese) è che i controlli e le procedure di prevenzione restano di competenza nazionale, perché sono gli Stati stessi che concedono le licenze alle compagnie nucleari, come stabilito dalla direttiva europea Nuclear Safety, che prevede l’obbligo di istituire un’autorità nazionale indipendente in grado di controllare l’attività e la sicurezza delle centrali.
Insomma, gli Stati nazionali hanno ancora molta autonomia e questo – specie nel caso dell’Italia in cui la corruzione dilaga – non è proprio rassicurante.
Oggi ci sarà un vertice straordinario tra i ministri dell’Energia dei 27 Paesi europei, per parlare sia di Giappone che di Europa.
“Nessun reattore al mondo è sicuro in caso di fusione del nocciolo” ha detto la deputata tedesca dei Verdi Juergen Trittin. Deciso anche il ministro dell’Ambiente austriaco Nikolaus Berlakovich: “bisogna controllare la sicurezza dei nostri impianti anche in caso di terremoto”, il ministro delle Finanze conservatore finlandese Jyrki Katainen ritiene che “è troppo presto per saltare alle conclusioni e fermare la tecnologia”.
La “nuova” posizione del Ministro Prestigiacomo
E il nostro ministro? Stefania Prestigiacomo dopo aver difeso a oltranza i piani del governo di tornare al nucleare e definito “macabra speculazione” i tentativi di associazioni e opposizione di paragonare la situazione giapponese con il ritorno all’atomo italiano, invitando i cittadini a non fare l’errore del 1987 quando sulla scia dell’emozione di Chernobyl avevo chiuso le porte al nucleare, attaccata su più fronti e con gli eventi in Giappone che stanno precipitando ha inviato proprio in questi minuti un comunicato stampa in cui dichiara: “A noi sta a cuore l’indipendenza energetica dell’Italia, ma prima e di più sta a cuore la salute e la sicurezza dei cittadini e non sarà mai assunta alcuna decisione che la possa metterle a rischio. Il Governo non è né cieco né sordo rispetto alle notizie che giungono da Tokio, ed è evidente che la nostra scelta di rientrare nel nucleare ci induce ulteriore attenzione, assieme all’esigenza di una piena trasparenza su quanto sta accadendo. L’incidente nella centrale giapponese, che seguiamo con preoccupazione, ci spingerà ad approfondire ulteriormente i temi della sicurezza, e i problemi di sismicità dei siti.
“Il nucleare è una opzione che esiste in tutti i paesi industrializzati del mondo – ci tiene a precisare la Prestigiacomo – È ora in corso una seria riflessione sugli standard di sicurezza negli impianti europei. L’Italia è a quel tavolo e darà il suo contributo. Noi, a differenza di altri paesi UE non abbiamo centrali nucleari e quindi affrontiamo problematiche diverse da quanti hanno centrali di II generazione in funzione. Quanto sta accadendo in Giappone sarà assolutamente tenuto in considerazione nelle scelte che saranno adottate e sono certa che contribuirà ad aumentare la sicurezza delle centrali”.
Le ultime “parole famose di Chicco Testa”
Cominciano, dunque, vista l’evidenza e i rischi che sta correndo il Giappone e il mondo intero, a vacillare le convizioni del Ministro e, in generale, dei nuclearisti italiani che in queste ore, dopo aver provato a rassicurare sostenendo la non paragonabilità delle tecnologie giapponesi (datate 40 anni) con quelle “di terza generazione” che verranno installate in Italia e a spostare il punto di vista sostenendo che le pur obsolete centrali avessero retto un terremoto di magnitudo 9 (impensabile in Italia) e uno dei più violenti tsunami della storia, si sono chiusi in un surreale silenzio. È il caso, ad esempio di Chicco Testa, a capo del Foum Nucleare italiano che dopo il controverso intervento sul La 7 in cui è riuscito a negare l’evidenza dei fatti, non ha più voluto rilasciare dichiarazioni. Per tranquillizzare gli italiani Testa aveva affermato addirittura che “non è il livello di radiazioni che si sta alzando” mentre nei stessi minuti le agenzie stampa nipponiche battevano la notizia che nel reattore 2 di Fukushima il livello di radioattività era di 1000 volte oltre il normale”
I colleghi di GreenBiz.it lo avevano intervistato in esclusiva proprio il giorno prima del terremoto che venerdì si è abbattuto con una violenza inaudita in Giappone. Nell’intervista che vi consigliamo vivamente di leggere per vederne il paradosso del senno di poi, Testa si batte per dimostrare la convenienza economica della scelta nucleare, contestata da sempre dagli ambientalisti. I fatti del Giappone oggi rendono inutile entrare nel merito della questione perché non c’è nessun prezzo da considerare quando in ballo c’è la vita e la salute di milioni di persone.
Verdiana Amorosi e Simona Falasca
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