Lo spettro di un nuovo disastro nucleare si allarga tra la popolazione, nonostante le rassicurazioni del governo giapponese. A rischio, infatti, c’è anche il reattore numero 3 di Fukushima, deformato anch’esso per via del surriscaldamento subito dopo l’avaria all’impianto di raffreddamento. Si teme un’esplosione simile a quella che ha distrutto ieri la gabbia del reattore numero 1.
La dopo l’espolosione avvenuta ieri mattina a seguito dei danni riportati durante il terremoto di magnitudo 9 (le prime stime riportavano 8,9 gradi della scala Richter) continua a tenere il Giappone e il mondo intero con il fiato sospeso.
Lo spettro di un nuovo disastro nucleare si allarga tra la popolazione, nonostante le rassicurazioni del governo giapponese. A rischio, infatti, c’è anche il reattore numero 3 di Fukushima, deformato anch’esso per via del surriscaldamento subito dopo l’avaria all’impianto di raffreddamento. Si teme un’esplosione simile a quella che ha distrutto ieri la gabbia del reattore numero 1.
A comunicarlo il portavoce Yukio Edano che, comunque tranquillizza: “Anche se, in teoria, si verificasse l’esplosione, il reattore non avrebbe problemi“. Per tentare di scongiurare comunque l’eventualità gli addetti alla sicurezza sono impegnati da due giorni nel “tentativo disperato” di diminuire la pressione nei reattori utilizzando l’acqua del mare. Intanto per scongiurare il “rischio di Chernobyl” il governo nipponico ha disposto l’invio immediato di una squadra di “super-pompieri” che, a differenza dei pompieri che intervennero nell’incidente ucraino, sono adeguatamente attrezzati e addestrati per gestire le fughe di materiale radioattivo.
Il premier nipponico Naoto Kan ha inoltre chiesto al Presidente di Toshiba, l’azienda costruttrice della centrale atomica di Fukushima di prendere “azioni risolute” per evitare possibili fusioni nel sito. Norio Sasaki ha risposto assicurando che l’azienda è già impegnata “a dare il massimo” per gestire l’emergenza e starebbe già preparando l’invio di ulteriore personale specializzato.
Intanto, nonostante la tempestiva evacuazione di oltre 170.000 persone abitanti nel raggio di 20 chilometri dalla centrale, è stato confermato che gli abitanti risultati contaminati dai gas radioattivi fuorisciuti sono saliti da 3 a 11. Come specificato dalla televisione pubblica e fatto notare anche da Greenpeace, “Le radiazioni ricevute in un’ora da una persona che si trova nel sito della centrale nucleare di Fukushima corrispondono al limite di radioattività che non deve essere oltrepassato in un anno”.
Per questo l’esecutivo con un appello ha invitato tutti gli abitanti delle vicinanze a non uscire di casa e adottare tutte le necessarie precauzioni come ad esempio non mangiare frutta , verdura e prodotti freschi e non bere acqua di rubinetto.
Su questo punto il portavoce Edano tenta di rassicurare la popolazione specificando che si è trattato di una misura precauzionale e che nonostante i livelli di radiazioni all’esterno della centrale siano effettivamente saliti per lo sfogo di vapore “leggermente” contaminato, “le fluttuazioni dei livelli radioattivi non comportano preoccupazione per la salute”.
Ma a rischio ora è anche la fornitura di energia elettrica in quanto, come annunciato dal ministro dell’Economia e Industria Banri Kaieda in una conferenza stampa, a Tokio, che dista circa 250 km dalla centrale, si teme il completo black out a causa dello stop degli impianti atomici.
Foto: la Repubblica.it
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