Ancora 60 scosse, nella notte, hanno fatto tremare il modenese. E in queste ore si decide sugli aiuti
Terremoto in Emilia Romagna. Oggi è ancora la paura a dominare. Questa notte altre 60 scosse hanno investito la provincia di Modena, già gravemente colpita ieri, quando tre terremoti tra le 9 e le 13, hanno provocato i crolli degli edifici già danneggiati dalla scossa del 20 maggio portando a 16 il numero totale delle vittime.
Secondo quanto ha spiegato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, vi sarebbe stato un “movimento compressivo sulle faglie orientate circa est-ovest e compressione nord-sud, in analogia con quanto osservato durante i terremoti del 20 maggio e nei giorni successivi”. Potrebbe dunque trattarsi della stessa faglia o di una faglia parallela, orientata nello stesso modo di quella attivata il 20 maggio.
La scossa più violenta è stata registrata dai sismografi questa mattina attorno alle 8, con una magnitudo 3.8 e l’epicentro ad una profondità di 5 km. È ancora incerto il numero dei feriti, che oscilla attorno alle 350 unità. Tra le vittime di ieri, anche 3 operai che erano rientrati al lavoro a San Felice sul Panaro all’interno di uno dei capannoni industriali dell’azienda metalmeccanica Meta, dichiarato agibile. E si cerca ancora un disperso. I tre uomini, Kumar Pawan, di 31 anni, Mohamad Azaar di 46 anni e Gianni Bignardi, ingegnere 62enne di Mirandola, sono rimasti intrappolati sotto le macerie.
Intanto, secondo quanto si legge in una nota della Protezione Civile, le autorità competenti stanno effettuando verifiche puntuali nelle varie province. Sono attese nuove tende da tutta Italia, ma ulteriori posti letto sono stati messi a disposizione da Federalberghi.
In queste ore si è riunito anche il Consiglio dei Ministri, che il 22 maggio scorso aveva deliberato lo stato di emergenza per le province di Bologna, Modena, Ferrara e Mantova, fissandone la durata a 60 giorni. E oggi dovrà decidere sugli aiuti da fornire alle popolazioni colpite dal terremoto valutando tra le ipotesi anche un aumento delle accise sulla benzina. Il governo inoltre potrebbe chiedere all’Europa di non conteggiare le spese per il sisma nel patto di stabilità.
La Protezione Civile ha inoltre precisato che è impossibile prevedere se ci saranno ulteriori scosse e di quale intensità: “Lo stato attuale delle conoscenze non consente di stabilire quante scosse e di quale intensità potranno ancora interessare la stessa area. Si rammenta che forti terremoti sono comunemente accompagnati da altre scosse, ma ogni previsione che indichi con precisione data, ora e luogo, nonché magnitudo di futuri eventi è priva di ogni fondamento”.
Nessuna previsione è possibile, occorre solo sperare che questo inferno possa presto avere fine.
Francesca Mancuso