Si chiama “We can’t breathe – Nun putimme riciatà” l’iniziativa dei cittadini nata contro la Terra dei fuochi con una lettera.
“We can’t breathe – Nun putimme reciatà” è l’iniziativa spontanea di giovanissimi cittadini campani nata in questi giorni contro la Terra dei fuochi. La loro lettera al Governo: “Questo è l’inferno”
“Siamo morti che camminano e… nun putimm reciatà”, non possiamo respirare. Dalla Terra dei fuochi si alza forte un grido. In realtà non ha smesso di farlo, ma qualcuno tende a far finta di nulla. Qui, in questa striscia di puzzo e di morte, di munnezza e roghi tossici, di fumo nero e tumori, la terra dalla provincia di Napoli all’area sud-occidentale della provincia di Caserta, chiede ancora pietà.
E lo fanno anche loro, le nuove generazioni, che non ci stanno ad affondare dentro a quella spazzatura infernale.
Si chiama “We can’t breathe – Nun putimme riciatà” l’iniziativa dei cittadini, organizzata da Gioventù Bruciata, nata in questi giorni proprio contro la Terra dei fuochi con una lettera, petizioni online ai ministeri e denunce in Procura. Un chiaro richiamo alla vicenda di George Floyd, l’afroamericano morto asfissiato negli Stati Uniti assassinato da un ufficiale di polizia a Minneapolis.
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Anche qui si parla di asfissia. Qui si muore, da sempre e ogni giorno. È una lotta fatta di tumori incurabili, di morti, di denunce di discariche che non devono esserci e di incendi appiccati dolosamente. Qui, nella Terra dei fuochi, dove si trova di tutto, dagli pneumatici ai teloni di plastica usati per coprire le serre, dai pannelli di eternit agli scarti dei laboratori calzaturieri e tessili dei dintorni, sono state sepolte tonnellate di rifiuti tossici.
Partendo dal 2002 Legambiente ha censito 119 inchieste giudiziarie sui traffici di rifiuti diretti alle discariche legali e illegali nel napoletano e nel casertano. Complessivamente sono state 8 le procure che si sono messe sulle tracce dei trafficanti, portando alla denuncia di 734 persone e all’arresto di 447, coinvolgendo 177 aziende. Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti ci sono i fanghi industriali e i rifiuti speciali contenenti materiali metallici.
“We can’t breathe – Nun putimme riciatà” , la lettera
- chiediamo al governo di intervenire d’urgenza per la bonifica totale di tutto il territorio noto come “la terra dei fuochi”;
- chiediamo al governo di impegnare parte del recovery plan e dei fondi giunti dall’europa per salvare questo territorio, tutto il territorio, km per km, comune per comune. Non e’ possibile, ad esempio, che i fondi vengano destinati solo ad alcuni “fortunati” comuni, inseriti nell’ambito del Cis (Contratto istituzionale di sviluppo) “terra dei fuochi”;
- chiediamo, inoltre, che i fondi europei “next generation-eu” siano impiegati in questa terra, perche’ la “next generation” siamo noi, e stiamo scappando via;
- chiediamo che venga istituita una nuova commissione d’inchiesta parlamentare sulla terra dei fuochi, che monitori e sia presente sul territorio, per accertare le responsabilità di tale scempio e potere elaborare soluzioni direttamente sul campo;
- chiediamo indagini e rilievi su acqua, aria e suolo, attraverso cui determinare se il nostro territorio è oggetto di inquinamento, e possa dunque essere risanato, o sia ormai diventato il teatro di un vero e proprio disastro ambientale. Vogliamo sapere da dove proviene il fetore col quale ci state lentamente intossicando, abbiamo bisogno di sapere qual è la causa del miasma che invade le nostre strade;
- chiediamo ai media locali e nazionali, ai creatori di contenuti sul web, a giornalisti ed attivisti di dare la massima diffusione al nostro grido di dolore, affinché non resti strozzato in gola.