#TarantoChiama è la docu-inchiesta realizzata da Rosy Battaglia con Cittadini reattivi per documentare la lotta dei cittadini contro le emissioni dell’ex Ilva. Grazie al crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso tutti possiamo sostenere il progetto. Ora siamo agli sgoccioli, ma siamo ancora in tempo per sostenere la raccolta
Rush finale per il crowdfunding “Taranto chiama”. Mancano infatti solo sei giorni alla conclusione della campagna per la raccolta fondi per la docu-inchiesta “Taranto chiama” su Produzioni dal Basso di Rosy Battaglia, giornalista d’inchiesta e documentarista, ideatrice di Cittadini Reattivi, progetto di civic journalism su salute, ambiente e legalità. La campagna si chiude il 19 gennaio e ha raggiunto quasi i 17mila euro e superato i 200 sostenitori, co-produttori e co-produttrici del progetto.
Ma intanto le sorprese per Taranto non sono finite. Il 5 gennaio scorso il Governo ha emesso l’ennesimo decreto salva-Ilva, con il dissequestro degli impianti ritenuti pericolosi per la salute e l’ambiente, e l’inserimento dello scudo penale, un vero e proprio decreto che salva gli amministratori della fabbrica, liberi di inquinare.
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Nessuna considerazione, quindi, per la sentenza di Ambiente Svenduto e tanto meno rispetto alla condanna contro l’Italia della CEDU (Corte Europea dei Diritti Umani) del 2019 o all’appello dell’ONU che ricordava che vivere in un ambiente salubre è un diritto umano.
Il decreto è servito a ricompattare i movimenti ambientalisti tarantini: infatti, è in programma per martedì 17 gennaio un sit-in di protesta sotto la Prefettura di Taranto – spiegano in una nota. Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, in un post su Facebook sintetizza in 10 punti le volontà e le motivazioni della protesta:
#Ilva Sintetizzo in dieci punti una bozza di piattaforma da portare martedì 17 gennaio nel sit in sotto la…
Posted by Alessandro Marescotti on Wednesday, January 11, 2023
Tutto questo sarà il racconto che finirà nel documentario “Taranto chiama”. Ma non solo. La volontà di Rosy Battaglia è di dare risalto anche alla bellezza di questa città e di parlare del suo futuro sostenibile.
“A metà febbraio negli stessi giorni (sì mentre scoppiava la guerra) veniva reso noto il rapporto ONU di gennaio 2022 in cui Taranto è stata definita una delle “sacrifice zone”, “zone di sacrificio” tra le più inquinate della Terra – ricorda la giornalista – Lo stesso documento indica come le zone di sacrificio sono l’opposto dello sviluppo sostenibile”.
Sostenete ancora la raccolta fondi QUI!
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