Per anni l’industria del tabacco e le compagnie petrolifere hanno concordato delle strategie comuni per negare gli effetti dei cambiamenti climatici. Il negazionismo del clima parte dalle multinazionali del tabacco e del petrolio?
Per anni l’industria del tabacco e le compagnie petrolifere hanno concordato delle strategie comuni per negare gli effetti dei e i danni del fumo sulla salute. Il negazionismo del clima parte dalle multinazionali del tabacco e del petrolio?
Si tratta di quanto emerge da una nuova ricerca condotta dal Center for International Environmental Law (CIEL). La ricerca conferma che le industrie del tabacco e del petrolio non solo hanno utilizzato le stesse strategie ma che l’azione negazionista ha avuto inizio dai petrolieri e non dalle lobby del tabacco, come invece si riteneva fino a questo momento.
L’industria petrolifera ha portato avanti per anni delle campagne volte a negare gli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente e la stessa esistenza del climate change. Tutto ciò si è svolto di pari passo con le campagne negazioniste nei confronti del cancro legato al fumo condotte dall’industria del tabacco.
Più di 100 documenti tratti dai Tobacco Industry Archives dimostrano, secondo il CIEL, non solo che pensare ad un legame tra tabacco e petrolio sia legittimo ma anche che esiste una reale connessione diretta tra queste due realtà e che la collaborazione tra i due mondi va molto indietro nel tempo.
“Dal 1950 in poi le industrie del tabacco e del petrolio hanno utilizzato le stesse agenzie di PR e gli stessi istituti di ricerca ma anche gli stessi ricercatori. Più volte abbiamo notato che gli stessi PR e ricercatori hanno lavorato prima per il settore del petrolio e poi per quello del tabacco” – ha spiegato Carroll Muffett, presidente del CIEL.
Secondo il CIEL l’industria petrolifera ha riunito attorno a sé una serie di personaggi, tra ricercatori e comunicatori, che in seguito sono stati prestati alle multinazionali del tabacco in modo che sostenessero senza problemi gli interessi di entrambi i settori.
Entrambi i settori hanno utilizzato le strategie della disinformazione e hanno attaccato il mondo scientifico che metteva in guardia dai rischi per la salute del fumo e dalle conseguenze per l’ambiente dei cambiamenti climatici. Per anni l’industria del tabacco ha seguito le orme della comunicazione e delle strategie delle multinazionali petrolifere per fare in modo che la popolazione continuasse a fumare senza temere pericoli per la salute.
Il CIEL ha scavato tra migliaia di documenti prodotti in 60 anni di storia e molti altri documenti ancora rimangono sigillati negli archivi industriali. Le campagne negazioniste a sfavore della salute dei cittadini e dell’ambiente sono andate avanti per troppo tempo. Solo ora che gli effetti negativi del fumo e dei cambiamenti climatici sono evidenti sta finalmente emergendo la verità.
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Ecco un esempio molto semplice: alla fine degli anni Settanta Sir Richard Dobson è stato nello stesso tempo presidente della British American Tobacco e membro del consiglio di Exxon, una delle più importanti compagnie petrolifere statunitensi. Dobson più di una volta ha affermato che fumare sigarette con moderazione è benefico e che nel complesso l’industria del tabacco ‘fa più bene che male’.
Il Tobacco Industry Archive è un archivio online che comprende quasi 15 milioni di documenti prodotti dall’industria del tabacco nel corso degli ultimi decenni. L’archivio viene mantenuto dall’Università della California – San Francisco. Per approfondire l’argomento il CIEL consiglia la lettura del libro Merchants of Doubt, di Naomi Oreskes e Eric Conway.
Leggi qui e qui i documenti del CIEL sul legame tra petrolio e tabacco.
Marta Albè