Sversati illegalmente in mare 3.000 litri di acido dalla più grande compagnia mineraria del Messico

In seguito a un guasto, l'azienda mineraria Grupo México ha riversato in mare 3mila litri di acido solforico, provocando la morte di pesci e alghe

Un guasto a un impianto di un industria mineraria ha provocato la perdita di 3000 litri di acido solforico, riversati nel Mare di Cortez, area di enorme ricchezza biologica.

La perdita è stata causata da un guasto a una valvola di un impianto di proprietà del Grupo México, uno dei maggiori produttori di rame del mondo.

L’incidente è stato filmato in un video diffuso poi dai media in cui è ben visibile una colonna di fumo bianco nel punto in cui l’acido viene a contatto con l’acqua.

La compagnia ha dichiarato che non ci sono stati feriti e di aver immediatamente preso misure per neutralizzare la soluzione acida e controllare la situazione.

L’incidente messo di nuovo sotto i riflettori il Grupo México, la principale società mineraria messicana e proprietaria dell’impianto che ha provocato la perdita.

Non è la prima volta che questa azienda è protagonista di crimini ambientali: solo cinque anni fa è stata responsabile di uno dei più grandi disastri ambientali, scaricando nel fiume Sonora 40mila metri cubi di metalli tossici. L’incidente del 2014 ha avuto un impatto enorme sull’ecosistema e sulla salute dei cittadini, contaminando l’acqua utilizzata in agricoltura e consumata da migliaia di persone.

A maggio di quest’anno, l’Ufficio federale per la protezione dell’ambiente ha riferito che un’altra miniera del Gruppo Mexico ha riversato 20.000 litri di acqua contaminata in un altro corso d’acqua. nello Stato di Zacatecas.

Questa volta l’incidente ha riguardato un ecosistema ancora più vasto: il Golfo di California, conosciuto anche come Mare di Cortez, è infatti un luogo ricco di biodiversità e rappresenta l’habitat naturale di specie a rischio estinzione. L’acido riversato nelle acque ha causato la morte di un numero indeterminato di pesci e di alghe.

Greenpeace ha chiesto al governo di punire l’azienda attraverso sanzioni e soprattutto con il ritiro delle concessioni per quello che definisce “un comportamento negligente ripetuto”.

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Tatiana Maselli

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