Un episodio di intossicazione di massa a Telgate ha fatto scattare l’allarme, portando Legambiente a presentare un esposto per indagare sulla legittimità dello sversamento di liquami zootecnici nei campi
Dopo un recente episodio di intossicazione che ha coinvolto decine di lavoratori a Telgate, nella provincia di Bergamo, Legambiente ha annunciato un esposto per indagare sulla legittimità dello sversamento di liquami zootecnici nei campi.
L’incidente, che ha visto oltre 50 dipendenti di una ditta logistica soffrire di malori come nausea, vomito e mal di testa a causa delle esalazioni provenienti dai campi vicini, ha evidenziato un problema critico per la pianura padana: l’intensità e la gestione dell’allevamento zootecnico.
Secondo la normativa in vigore, dal 1° novembre vige un divieto di spandimento di liquami in Lombardia, a causa delle condizioni atmosferiche che impediscono la dispersione degli inquinanti. Questo tipo di provvedimento è stato pensato per limitare l’impatto ambientale e proteggere la salute pubblica.
Tuttavia, episodi come quello di Telgate dimostrano che tali normative non sono sempre rispettate, causando non solo disagi alla popolazione, ma anche danni ambientali. L’associazione ambientalista intende quindi portare il caso all’attenzione della Procura di Bergamo e dei carabinieri forestali, richiedendo un’indagine approfondita per stabilire eventuali violazioni.
In Lombardia la produzione di letami e liquami è intorno ai 40 milioni di tonnellate
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha sottolineato come l’allevamento intensivo nella regione stia diventando insostenibile. Le aziende agricole, spinta dalla necessità di massimizzare la produttività, vedono concentrare sempre più capi in strutture grandi, con problemi legati alla gestione degli effluenti, spesso eccedenti rispetto alle aree agricole a disposizione per lo spandimento. Ciò comporta che letami e liquami, invece di essere risorse utili per fertilizzare il suolo, diventino sostanze problematiche, trasformandosi in veri e propri rifiuti.
La normativa italiana ed europea prevede che i liquami zootecnici possano essere esclusi dalla definizione di “rifiuti” solo se vengono utilizzati in modo conforme alle buone pratiche agricole. Se invece i quantitativi applicati superano il fabbisogno delle colture, il loro spandimento rappresenta uno smaltimento illecito.
E solo in Lombardia si stima che la produzione complessiva di letami e liquami sia intorno ai 40 milioni di tonnellate, ben oltre il volume utilizzabile senza rischi ambientali. L’eccessiva presenza di allevamenti nella pianura lombarda ha trasformato l’area in una vera e propria crisi ambientale.
Questa situazione richiede urgentemente una nuova politica agricola regionale, mirata a riequilibrare il numero di capi allevati e promuovere una gestione sostenibile delle risorse per far sì che casi come questi non si ripetano più.
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Fonte: Legambiente Lombardia
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