Il report quinquennale sullo stato di salute degli ecosistemi australiani lancia messaggi catastrofici: nei prossimi anni a rischio migliaia di specie
L’Australia è uno dei Paesi maggiormente ricchi di biodiversità al mondo, e maggiormente minacciati dagli effetti della crisi climatica e dell’inquinamento. Secondo un report quinquennale appena diffuso dal governo nazionale, il continente ha perso più specie di mammiferi di qualsiasi altra regione nel mondo, e ha all’attivo uno dei tassi di declino delle specie più gravi e preoccupanti fra i Paesi ricchi.
Alcuni animali, come lo scinco dalla coda blu (una piccola lucertola caratterizzata da una coda blu elettrica), già sono ufficialmente estinti in natura: alcuni esemplari sopravvivono solo in condizioni di cattività. Lo scenario che si profila all’orizzonte, per i prossimi anni, è catastrofico: si stima che molte altre specie siano destinate all’estinzione nei prossimi vent’anni – soprattutto a causa dell’introduzione, da parte degli umani, di specie predatrici non endemiche.
Ma non sono solo gli animali a essere minacciati: anche molte varietà di piante e alberi potrebbero presto non esistere più. Questo è dovuto soprattutto alla siccità, ai frequenti incendi boschivi e alle inondazioni che hanno devastato gli ecosistemi del Paese (l’ultima inondazione è avvenuta proprio qualche giorno fa).
Per provare a frenare questa folle corsa verso il baratro, il governo nazionale sta valutando l’ipotesi di creare nuovi parchi nazionali e nuove aree marine protette che andranno a proteggere e tutelare almeno il 30% delle acque terrestri e oceaniche del Paese entro il 2030.
Il video in timelapse mostra tutta la potenza delle inondazioni mortali mai viste prima in Australia
Ma potrebbe non bastare: il numero delle specie vegetali e animali minacciate dall’estinzione è cresciuto dell’8% rispetto ai numeri contenuti nel report precedente (del 2016) – con 533 specie animali e 1.385 presenti nella lista.
Su questi numeri hanno inciso notevolmente gli incendi boschivi che hanno flagellato il Paese negli ultimi anni (2019-2020), uccidendo oltre un miliardo di animali e distruggendo per sempre il 9% degli ecosistemi naturali habitat per molte specie endemiche – come il koala. Si è trattato di una vera e propria bomba ecologica dagli effetti devastanti.
Tutto questo mentre le temperature aumentano senza controllo: si stima un aumento di 1,4°C nelle temperature medie rispetto all’inizio del XX secolo. Anche l’innalzamento del livello dei mari dovuto allo scioglimento dei ghiacciai e l’acidificazione delle acque marine stanno avendo un impatto pesantissimo sulla sopravvivenza delle specie marine e costiere di animali e piante.
L’aumento delle temperature marine e l’acidificazione delle acque hanno un effetto negativo su uno degli ecosistemi più preziosi del Paese, unico al mondo: la Grance Barriera Corallina, colpita da un ineluttabile sbiancamento dei suoi meravigliosi coralli.
Questo report non è altro che un’epifania, una presa di coscienza improvvisa e complessiva di una situazione drammatica che va avanti da anni e che racconta una storia di crisi e declino galoppante degli ambienti naturali australiani.
Scienziati e ambientalisti considerano questo report come un campanello d’allarme che svegli le coscienze: c’è bisogno di agire subito per ridurre le emissioni di gas serra e provare a invertire la rotta dei cambiamenti climatici, ma anche di destinare maggiori fondi per la protezione degli habitat e delle specie più a rischio.
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Fonte: Australia State of Environment
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