Sussidi alle fonti fossili: ecco dove si nascondono

I sussidi alle fonti fossili sono ben nascosti in Italia, ma ci costano 12 miliardi di euro l'anno

Ogni anno i contribuenti italiani girano 12 miliardi di euro alle fonti fossili in sussidi. Ma, a differenza dei 12 miliardi che diamo alle rinnovabili, sono tutti sussidi nascosti.

L’ultimo dossier di Legambiente sui sussidi pubblici alle fonti fossili parla chiaro: nel mondo, ogni anno, carbone, petrolio e gas ricevono 544 mialiardi di dollari. Nella sola Italia la cifra ammonta a 12 miliardi di euro, cioè tanto quanto diamo con gli incentivi al fotovoltaico e alle altre fonti rinnovabili.

Ma, a differenza dei sussidi alle energie pulite, quelli alle fossili sono ben nascosti. Spiega il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini che per arrivare a quei dodici miliardi dobbiamo fare la somma dei “4,4 miliardi di sussidi diretti distribuiti ad autotrasportatori, centrali da fonti fossili e imprese energivore, e di 7,7 miliardi di sussidi indiretti tra finanziamenti per nuove strade e autostrade, sconti e regali per le trivellazioni, per un totale di 12,1 miliardi di Euro a petrolio, carbone e altri fonti che inquinano l’aria, danneggiano la salute, e che sono la principale causa dei cambiamenti climatici“.

Andiamo nel dettaglio? Per gli sconti al trasporto su gomma, quindi gasolio per i camion, spendiamo 400 milioni l’anno (5,3 miliardi dal 200 al 2013), per lo sconto sui pedaggi autostradali 120 milioni, per riduzioni sui premi INAIL e RCA rispettivamente 105 e 22 milioni, per le deduzioni forfettarie non documentate circa 113 milioni annui. “Secondo l’OCSE – aggiunge Zanchini – l’Italia nel 2011 ha sostenuto il settore con riduzioni e esenzioni dall’accisa per oltre 2 miliardi di euro“.

Poi ci sono i sussidi alle centrali elettriche a carbone, gas e petrolio e a quelle “finte rinnovabili” che si beccano gli incentivi CIP6. Oggi questi incentivi sono quasi finiti, ma dal 2001 al 2012 ci sono costati 40 miliardi di euro e, “Secondo i dati del GSE, nel 2012 il sussidio alle centrali è stato pari a 2.166 milioni di euro, di cui 724,4 milioni direttamente a carico dei cittadini, e continuerà, riducendosi nel tempo, ancora fino al 2021. Sempre secondo i dati del GSE, si può stimare che i CIP6 da qui al 2021 costeranno alla collettività circa altri 4.880 milioni di euro“.

E nel Decreto del Fare 2 è stato inserito anche un incentivo per la costruzione di una centrale a “carbone pulito” nel Sulcis, in Sardegna, da ben 60 milioni di euro l’anno per 1,2 miliardi totali. Poi ci sono i 160 milioni di euro di fondi pubblici per pagare il sistema ETS (il commercio dei certificati delle emissioni di CO2): corposi sconti e rimborsi dedicati alle centrali fossili entrate in funzione negli ultimi quattro anni.

Nel 2012 si sono inventati un altro sussidio diretto alle centrali termoelettriche per far fronte all’emergenza gas, spiega Zanchini: “In pratica, per il rischio che in alcuni momenti dell’anno possano ridursi le forniture di gas dalla Russia, si regaleranno 250 milioni di Euro nel 2013 a vecchie centrali inquinanti, presi direttamente dalle bollette delle famiglie, e con deroghe alla normativa sulle emissioni in atmosfera o alla qualità dei combustibili“. Non male, considerando che quelle centrali le dovremmo chiudere e non incentivare con soldi pubblici.

La lista dei sussidi pubblici italiani alle fonti fossili è ancora lunga, chi se la volesse spulciare per sapere dove vanno i suoi soldi può farlo leggendo il dossier di Legambiente “STOP SUSSIDI alle FONTI FOSSILI“.

Peppe Croce

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