Complotto in alto mare, è il nome del rapporto di Greenpeace che svela i gravi retroscena del rigassificatore offshore della OLT. Due i principali problemi legati all’impatto ambientale del progetto: lo scarico di cloro in mare e il rumore prodotto dall’impianto.
Complotto in alto mare, è il nome del rapporto di Greenpeace che svela i gravi retroscena del della OLT. Due i principali problemi legati all’impatto ambientale del progetto: lo scarico di cloro in mare e il rumore prodotto dall’impianto. E se pensiamo che il rigassificatore sorgerà nel Santuario dei Cetacei, a poca distanza dalle Secche della Meloria, le ragioni per dire basta al progetto aumentano.
A quattro anni dall’autorizzazione dell’impianto, il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera a nuove modifiche progettuali che potrebbero aumentare l’impatto ambientale del progetto.
«Ancora una volta gli interessi dell’industria calpestano la tutela ambientale – denuncia Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace – Questo rigassificatore è un esperimento pericoloso in un Santuario che verte già in condizioni di grave degrado. Invece di proteggere balene e delfini come promesso, le istituzioni li stanno condannando a morte!»
“Complotto in alto mare” mette in luce come la Commissione Tecnica ammetta chiaramente che ogni anno saranno sversati in mare ben 3,6 tonnellate di cloro. Un fattore che, nella VIA del 2004, valutazione precedente della stessa Commissione, era stato completamente ignorato. Greenpeace è preoccupata del fatto che, se questo dovesse verificarsi, potranno formarsi composti organo-clorurati tossici, mutageni e non facilmente biodegradabili.
La seconda denuncia di Greenpeace è legata al rumore in acqua prodotto dall’impianto, che potrebbe aumentare con lo spostamento di alcuni macchinari particolarmente rumorosi nello scafo della nave. Per la Commissione tale modifica sarebbe “altamente compatibile con l’ambiente” anche se poi, viene prescritto un monitoraggio sia del rumore che della presenza di cetacei nell’area. E i cetacei ci sono eccome, vi ricordate la balena spiaggiata davanti al litorale pisano! La VIA del 2004 negava la presenza di cetacei nella zona.
“È scandaloso che il Ministero dell’Ambiente riconosca di non aver mai valutato questi impatti ambientali e, ciononostante, permetta di incrementarli. Invece di procedere a una razionale valutazione del rischio, il Ministero preferisce nascondersi dietro la richiesta di monitoraggi successivi perfettamente inutili, visto che i cetacei scapperanno da un’area rumorosa e inquinata” conclude Giorgia Monti.
Per questo Greenpeace chiede al Ministero dell’Ambiente di bloccare immediatamente la costruzione del rigassificatore off-shore, al Comitato tecnico Scientifico del Santuario di esprimere un parere vincolante sulla reale compatibilità di questo progetto con il futuro delle balene e alla Regione Toscana di intervenire in maniera concreta a tutela del Santuario come più volte promesso.
Serena Bianchi
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