L’innalzamento del livello del mare è una delle conseguenze più facilmente riscontrabili e potenzialmente pericolose dei cambiamenti climatici. Ora la Nasa ha sviluppato uno strumento in grado di individuare nello specifico quali ghiacciai influenzano l’aumento del livello del mare nelle singole città costiere.
L’innalzamento del livello del mare è una delle conseguenze più facilmente riscontrabili e potenzialmente pericolose dei cambiamenti climatici. Ora la Nasa ha sviluppato uno strumento in grado di individuare nello specifico quali ghiacciai influenzano l’aumento del livello del mare nelle singole città costiere.
Lo scioglimento dei ghiacciai, delle calotte glaciali e delle calotte polari inevitabilmente fa aumentare i livelli dei nostri mari ma tenere traccia di come il ghiaccio sciolto e diventato acqua in un determinato punto della terra influenzi singole zone molto distanti da lui non è un compito facile.
È evidente però che capire con anticipo come verrà distribuito l’innalzamento del livello del mare è un obiettivo molto importante per i ricercatori e potrebbe essere un aiuto chiave per le principali città costiere del mondo che devono essere sempre pronte a gestire eventuali inondazioni.
Grazie ad un nuovo strumento noto come GFM (gradient fingerprint mapping), ideato dai ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, da oggi potrebbe essere più semplice prevedere le inondazioni in tutto il mondo e magari prevenire le terribili conseguenze che tutti conosciamo.
Come ha dichiarato Eric Larour, autore principale dello studio:
“Questo strumento è molto utile per capire il rischio correlato a ghiacciai specifici e per dare un quadro completo di quanto sia a rischio una città”
I funzionari delle varie località costiere potrebbero servirsene e utilizzare i dati per mappare l’aumento del livello del mare previsto, sapere con più precisione di quanto si innalzerà e quando. In questo modo si potrà affrontare meglio la situazione mettendo in atto tecniche e strategie per affrontare un’eventuale inondazione.
Il GFM tiene conto della rotazione della Terra e degli effetti gravitazionali e aiuta a determinare in che modo specifici punti di fusione del ghiaccio avranno un impatto su determinate città.
Facciamo un esempio confrontando l’impatto che lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia avrà per la città di New York e per quella di Londra. Mentre tutti i quadranti della calotta glaciale della Groenlandia si stanno sciogliendo e contribuiscono all’innalzamento del livello del mare in tutto il mondo, il nuovo studio mostra che sia New York che Londra sono vulnerabili esclusivamente allo scioglimento delle parti più settentrionali di questa calotta glaciale.
New York deve stare attenta ad entrambi i quadranti nord-ovest e nord-est della Groenlandia, i londinesi invece rischiano principalmente a causa della parte nord-occidentale ovvero quella più lontana dalla città in questione. Sembrerebbe un controsenso ma in realtà questo risultato si trova uguale in tutte le città del mondo: il maggior contributo all’innalzamento del livello del mare proviene dai ghiacciai o dalle parti di essi più lontani dalla città stessa. Questo fenomeno ha una spiegazione fisica nella forza di gravità.
Come ha spiegato il professor Larour:
“Le lastre di ghiaccio sono così pesanti che, quando si sciolgono, il campo di gravità viene modificato e l’oceano è meno attratto dalla massa di ghiaccio. Ciò significa che localmente, vicino al cambio di ghiaccio stesso, il livello del mare diminuirà”.
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La ricerca, che ha portato all’ideazione di questo rivoluzionario strumento, è stata pubblicata sulla rivista Science Advances ed è disponibile online così come anche il GFM che però, difficile da capire e utilizzare, può servire effettivamente solo ai tecnici e agli addetti ai lavori.
Francesca Biagioli