La perdita degli avvoltoi in India ha scatenato una catastrofe sanitaria, dimostrando l'interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, evidenziando l'importanza del modello One Health
La drastica riduzione degli avvoltoi in India, iniziata a metà degli anni ’90, è stata collegata alla morte di oltre mezzo milione di persone nel Paese. Uno studio delle Università di Warwick e Chicago ha rivelato questa inquietante connessione, offrendo un nuovo punto di vista sul ruolo essenziale degli avvoltoi nell’equilibrio ecologico e nella salute umana.
Gli avvoltoi svolgono una funzione vitale in India, smaltendo le carcasse degli animali morti e prevenendo la diffusione di malattie. La loro presenza impedisce l’afflusso di altri animali necrofagi, come i cani selvatici, noti per essere portatori di rabbia. Inoltre, senza questi rapaci, gli agricoltori tendono a gettare le carcasse nei fiumi, aumentando il rischio di contaminazione delle acque e di diffusione di malattie.
Nel 1994, gli agricoltori indiani iniziarono a usare il diclofenac, un farmaco antinfiammatorio, per trattare il bestiame. Tuttavia, questo medicinale si rivelò estremamente tossico per gli avvoltoi, causando un crollo della loro popolazione da 50 milioni a solo 2.000 esemplari in appena un decennio. La riduzione degli avvoltoi ha portato all’accumulo di carcasse vicino ai centri urbani, attirando cani selvatici e ratti, e aumentando la necessità di vaccinare la popolazione contro la rabbia. Inoltre, le sostanze chimiche utilizzate nelle concerie si sono infiltrate nei fiumi, contribuendo ulteriormente alla crisi sanitaria.
Le tragiche conseguenze per la salute umana e il costo economico dell’estinzione degli avvoltoi
Uno studio condotto dagli economisti ambientali Anant Sudarshan e Eyal Frank ha rivelato che la perdita degli avvoltoi ha portato a un aumento del 4,7% dei decessi umani nelle aree tradizionalmente abitate da questi uccelli. Tra il 2000 e il 2005, ciò si è tradotto in circa 104.386 morti in più ogni anno. Il danno economico associato a queste morti è stato stimato in 69,4 miliardi di dollari all’anno, basato sul valore economico della vita umana in India, stimato a circa 665.000 dollari per persona.
Questo tragico evento sottolinea l’importanza del modello One Health, che riconosce la stretta interconnessione tra la salute degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente. La pandemia di COVID-19, la diffusione dell’aviaria e i cambiamenti climatici hanno ulteriormente evidenziato i rischi legati alle zoonosi e la necessità di affrontare sfide sanitarie globali come l’antibiotico-resistenza.
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Fonte: University of Chicago
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