Strade, case, pesticidi e coltivazioni intensive: ecco come stanno scomparendo le foreste di mangrovie

A Barra de Santiago la popolazione locale sta lottando per salvare una delle poche foreste di mangrovie rimaste, andate perdute a causa dell'agricoltura e dell'espansione urbana

Barra de Santiago, sulla costa pacifica di El Salvador, ha (o aveva) la più grande estensione di mangrovie del Paese. Una meravigliosa zona umida di importanza internazionale, dove le comunità locali utilizzano da sempre l’ecosistema delle mangrovie per sopravvivere.

Tradizionalmente, infatti, le comunità costiere di Barra de Santiago dipendono proprio dalle risorse delle mangrovie per il loro sostentamento, per il legname, la pesca e due specie di crostacei, il granchio blu (Cardisoma crassum) e il granchio punche (Ucides occidentalis), di alto valore alimentare e commerciale. Ma il degrado delle mangrovie in El Salvador, stimato in oltre il 50% secondo il Quinto Rapporto Nazionale per la Convenzione sulla Diversità Biologica, causato sia dall’impatto di diversi fenomeni climatici che dall’eccessiva estrazione di risorse, minaccia gravemente le popolazioni.

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Presenti in tutto il pianeta, le mangrovie comprendono dozzine di specie diverse di alberi e arbusti lungo le coste tropicali, che ospitano una vasta gamma di biodiversità. Fungono da vivai per i pesci e sostengono mammiferi diversi come tigri, cani selvatici africani e bradipi. Gli ecosistemi di mangrovie sono quindi eccezionali nel fornire servizi essenziali alle persone, tra cui la riduzione del rischio di catastrofi costiere, lo stoccaggio e il sequestro del carbonio e il sostegno alla pesca. Motivo per cui la loro perdita può essere disastrosa per la natura e per le persone in tutto il mondo.
Tuttavia, questa risorsa naturale fondamentale in America Centrale è in pericolo a causa degli effetti della crisi climatica, della rapida urbanizzazione, del pascolo del bestiame, della vasta deforestazione dovuta all’industria della canna da zucchero e della crescente domanda di legname nel paese.

Dal 1950 El Salvador ha perso più del 60% della sua foresta di mangrovie. Nel 1982, un terremoto e una tempesta tropicale che colpirono la regione costiera ha parzialmente distrutto la mangrovia della Barra de Santiago, accelerando la devastazione ambientale. Ad oggi, la crisi climatica rimane la minaccia numero 1 per la foresta di mangrovie, poiché tempeste più forti stanno causando la caduta degli alberi e l’aumento delle temperature sta mettendo a rischio questo santuario della vita marina.

Stiamo monitorando mensilmente i parametri fisici e chimici dell’acqua e negli ultimi quattro anni, abbiamo visto un drastico aumento della temperatura dell’acqua – fino a 4 gradi – durante la stagione secca, mentre la stagione delle piogge sta portando tempeste più forti che si aggiungono all’aumento della morte delle specie, dice Marcela Díaz, una biologa del Unità ecologica salvadoregna che lavora in aree protette tra cui Barra de Santiago.

Finché lo sviluppo andrà di pari passo con la distruzione, attraverso la costruzione di hotel e complessi residenziali, il futuro sarà scoraggiante, dice Díaz, riferendosi ai profetti edilizi sul lato delle mangrovie, resi forti da un’economia locale che nel frattempo si è stata riorganizzata attorno all’industria del turismo per far fronte all’afflusso di persone.

Dal 2022, le aree di mangrovie in El Salvador fanno parte di un gruppo guidato dall’UNESCO per un “progetto restauro“, che investirà fino al 2025 in azioni di ripristino e conservazione delle mangrovie in Colombia, Cuba, Ecuador, Messico, Panama e Perù. Il progetto mira a responsabilizzare le comunità locali e i giovani attraverso la formazione e l’istruzione, sensibilizzando sull’importanza ambientale delle mangrovie.

Ma la popolazione locale nutre poche speranze di recuperare le foreste di mangrovie degradate qui in El Salvador.

I nuovi sviluppi immobiliari (e oltre ad autorizzare nuovi sviluppi immobiliari nell’area, il governo sta portando avanti la costruzione di strade e infrastrutture turistiche intorno alle spiagge orientali di El Salvador dove si trova un’altra grande porzione delle sue mangrovie), l’uso di pesticidi e soprattutto l’industria della canna da zucchero rende difficile pensare che potremmo tornare in una foresta sana, conclude Díaz. Tutti i nostri sforzi probabilmente rallenteranno solo la distruzione.

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