Tra pochi giorni il mondo conterà 8 miliardi di abitanti. Mentre scarseggiano le risorse e la crisi climatica avanza, cosa ne sarà dell'umanità che continua a crescere a un ritmo forsennato?
Siamo tanti sulla Terra, forse troppi. La popolazione mondiale continua a crescere a un ritmo sostenuto: si stima che, entro la prossima settimana (la data simbolica è stata fissata al 15 novembre), taglieremo il traguardo degli 8 miliardi di individui sul Pianeta.
Se da una parte non abbiamo stime precise e affidabili sulla popolazione mondiale nel passato, dall’altra possiamo segnale il XIX secolo come epoca che ha visto una vera e propria esplosione della popolazione, che da quel momento in poi ha continuato a crescere senza sosta – fino a raggiungere i livelli attuali.
La rivoluzione industriale, lo sviluppo della medicina moderna (non meno importante, l’invenzione dei vaccini), la diffusione di innovazioni tecnologiche in tutti i campi che hanno portato un progressivo miglioramento della qualità della vita delle persone e un aumento del loro benessere: tutti questi fattori hanno contribuito a far aumentare sempre più la popolazione mondiale.
Secondo le stime più della metà del previsto aumento della popolazione mondiale fino al 2050, quando si sfioreranno i 9,4 miliardi di persone, sarà concentrato in otto Paesi: Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Repubblica Unita di Tanzania. Si prevede che i Paesi dell’Africa subsahariana contribuiranno per più della metà dell’aumento previsto fino al 2050.
Il rapporto tra crescita demografica e sviluppo sostenibile è complesso e multidimensionale – dichiara Liu Zhenmin, Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali. – La rapida crescita della popolazione rende più difficile sradicare la povertà, combattere la fame e la malnutrizione e aumentare la copertura dei sistemi sanitari e educativi.
Quante persone può sostenere il Pianeta?
Prima di provare a rispondere a questo interrogativo, dobbiamo considerare due elementi. Da una parte, ogni individuo ha una serie di bisogni e di necessità che vanno soddisfatti – acqua, cibo, energia elettrica per spostarsi e riscaldarsi, medicinali, capi di abbigliamento e così via – e che comportano un dispendio di risorse naturali, sempre più scarse.
Dall’altra, ognuno di noi rilascia nell’atmosfera emissioni inquinanti, la cui quantità più o meno grande dipende ovviamente dallo stile di vita condotto: alimentazione, abitudini di acquisto, spostamenti compiuti e uso delle risorse sono i fattori che contribuiscono ad aggravare o alleggerire la nostra impronta carbonica.
Già da alcuni decenni, prima ancora che si tagliasse il traguardo dei 7 miliardi di umani sulla Terra, gli scienziati si interrogano sulla capacità del Pianeta di rispondere alle necessità di una popolazione tanto ampia e di resistere all’inquinamento provocato da tutte queste persone che vivono e consumano (senza preoccuparsi del loro impatto ambientale, troppo spesso).
Il peso dell’umanità (che cresce sempre più)
La crisi climatica che avanza galoppando ci mette di fronte a un futuro tutt’altro che roseo: le risorse -idriche, territoriali, materiali – stanno ormai scarseggiando. Se non ripensiamo ora il nostro modo di alimentarci e di consumare, ben presto lotteremo fra noi anche per accaparrarci un bicchiere d’acqua pulita.
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Se da una parte i territori sono sempre più aridi e secchi, resi polvere dalla siccità e dalle temperature elevate, dall’altra molte regioni costiere rischiano di scomparire (o stanno già scomparendo) in conseguenza dell’innalzamento del livello dei mari (conseguenza, a sua volta, dello scioglimento dei ghiacciai).
Molto presto, quindi, meravigliosi atolli tropicali e città costiere (come la nostra splendida Venezia) potrebbero sparire dalle cartine geografiche e rimanere solo un triste ricordo. La scomparsa di questi territori sta già costringendo molte comunità costiere e insulari a trovare una nuova casa, mentre la loro terra d’origine sprofonda sempre più: sono i migranti climatici.
Gli effetti sempre più devastanti dei fenomeni meteorologici (alluvioni, inondazioni, tempeste tropicali, uragani) provocati dalla crisi climatica e dall’aumento delle temperature renderanno il nostro Pianeta sempre più inospitale – soprattutto nei Paesi più poveri, dove non esistono infrastrutture in grado di fronteggiare la furia della Natura.
Insomma, si prevedono tempi molto duri per la popolazione umana (e la colpa è solo nostra).
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Fonte: Nazioni Unite
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