Il CEO della Solvay non ha fatto abbastanza per fermare gli scarichi tossici a Rosignano: l'accusa del fondo attivista Bluebell
La multinazionale belga Solvay, che produce bicarbonato di sodio da oltre un secolo, è (nuovamente) sotto attacco. Per circa un anno il fondo attivista Bluebell Capital Partners ha fatto pressioni per fermare l’inquinamento provocato dall’impianto industriale di Rosignano Marittimo (in provincia di Livorno), località tristemente nota alle cronache per le sue spiagge bianche, non per cause naturali ma per via degli scarichi tossici. Adesso, però, la Bluebell fa sul serio e chiede alla società belga di rimuovere dall’incarico l’amministratore delegato Ilham Kadri, per non essere stata all’altezza di risolvere la faccenda degli scarichi pericolosi in Italia.
Qualsiasi amministratore delegato responsabile impegnato nella sostenibilità, dovrebbe impedire all’azienda di scaricare annualmente sulla riva e poi in mare fino a 250.000 tonnellate dei suoi rifiuti di produzione” – ha dichiarato il fondo attivista – Noi di Bluebell abbiamo ormai perso nel CEO Kadri, e invitiamo il consiglio a optare per una nuova leadership”.
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Solvay non è intenzionata a cedere
La mossa di Bluebell, che ha definito Rosignano Marittima una “discarica di rifiuti industriali a cielo aperto”, rientra in una più ampia campagna che punta a spingere le aziende verso un impegno maggiore in ambito ambientale e sociale. Ma la multinazionale nega che gli scarichi nel Livornese siano pericolosi per la salute e l’ambiente e sul suo sito web asserisce che sono atossici ed innocui ed effettuati secondo rigorose norme ambientali.
L’impianto utilizza come materia prima il calcare naturale proveniente dalla vicina cava di San Carlo, in provincia di Livorno – si legge sul sito della Solvay – Il calcare polverulento residuo del ciclo produttivo viene scaricato dallo stabilimento Solvay nel vicino mare. Contribuisce al colore delle spiagge bianche e stabilizza la costa contro l’erosione. Ciò avviene nel pieno rispetto delle normative locali e nazionali, nonché degli elevati standard di Solvay in materia di salute, sicurezza e protezione ambientale.
Insomma, la società nega apertamente, nonostante recenti studi e inchieste mettano in guardia sui rischi sulla salute di chi vive a Rosignano (dove ad esempio è più facile ammalarsi di mesotelioma pleurico), oltre che sull’ecosistema. E, come spiegato dal presidente di Solvay, Nicholas Boyle, la società non ha intenzione di cambiare l’amministratore delegato.
“Dalla sua nomina nel 2019, Kadri ha intrapreso un’azione decisiva per plasmare la strategia dell’azienda e allineare il suo portafoglio con forte tendenze di sostenibilità, implementando anche un nuovo ambizioso programma di sostenibilità, Solvay One Planet” ha replicato Boyle.
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