L'autorizzazione sarebbe scaduta nel 2027 ma fu rinnovata, nel 2022, fino al 2034. Ecco su cosa indagherà la Procura
Indagato dalla Procura di Roma. Così finisce (o comincia ora) la spinosa storia dell’ex ministro Cingolani e di autorizzazioni ambientali un po’ troppo precoci.
Siamo nel gennaio 2022 e l’allora ministro dell’Ambiente del Governo Draghi, Roberto Cingolani, si affrettò in qualche maniera a prorogare prima della scadenza le autorizzazioni ambientali allo stabilimento chimico Solvay di Rosignano Marittimo (che pochi mesi prima era stato messo sotto la lente di ingrandimento anche dalle Nazioni Unite).
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“Un rinnovo disposto già nel 2018”, dissero all’epoca i sostenitori di Cingolani.
Strano, però, che a decidere poi di fatto su queste autorizzazioni e con una buona fetta di anticipo sia stato proprio lui, Cingolani, già ex dirigente del gruppo Leonardo che nel 2021 aveva stretto un accordo con la multinazionale chimica per la creazione di un laboratorio di ricerca congiunto dedicato allo sviluppo di nuovi materiali compositi.
Cosa accadde nel 2022, l’AIA anticipata
A Rosignano Marittimo, nel livornese, lo stabilimento del colosso belga Solvay che produce bicarbonato di sodio dal 1912 ebbe (il 20 gennaio del 2022), nuovamente l’A.I.A., l’Autorizzazione Integrata Ambientale per i successivi 12 anni di attività industriale.
L’A.I.A. è un provvedimento che viene rilasciato, rinnovato e riesaminato dal ministero dell’Ambiente e che prevede misure finalizzate a ridurre le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo, nonché lo smaltimento dei rifiuti in maniera sicura per l’ambiente.
Nel 2015 la Solvay aveva ricevuto nuovamente l’A.I.A. per lo stabilimento livornese con scadenza 2027, ma questo provvedimento fu inaspettatamente rinnovato con ben 5 anni di anticipo, dopo tutte le critiche mosse da associazioni e ambientalisti italiani e non, come anche il Bluebell Capital Partners, per gli scarichi di rifiuti tossici versati nelle acque di Rosignano Marittimo e nei terreni adiacenti che hanno dato vita a quelle che sono note come “le bianche spiagge caraibiche livornesi”, ma che in realtà di naturale non hanno proprio niente.
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Allora, Cingolani comunicò che non vi sia alcun nesso tra la revisione dell’AIA del gennaio con la scadenza dell’AIA precedente prevista per il 2027 e che la revisione dell’A.I.A. di Solvay era già stata disposta dal precedente Governo nel marzo 2018 e prima che si costituisse il Ministero della Transizione Ecologica.
Cosa succede oggi
Roberto Cingolani è stato iscritto nel registro delle notizie di reato, inviata al tribunale dei Ministri e la Procura di Roma contestualmente ha provveduto a chiedere l’archiviazione.
Per l’ex ministro, prevede la facoltà di presentare memorie e di chiedere di essere ascoltato al collegio per i reati ministeriali del Tribunale di Roma.
Vedremo il corso delle indagini.
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