Nel caso delle Solar Sister, alle donne africane associate (finora 25) si dà la possibilità di vendere una lampada solare portatile che dura dieci anni e produce una luce otto volte più potente, pulita e sicura del cherosene. Il prezzo (20 dollari) è forse un po' alto per una famiglia africana, ma bastano appena2 mesi e mezzo per ammortizzare il costo equivalente di cherosene.
Come reagiamo alla notizia che sono “saltati i tappi”? Di solito sbuffando, infilando le ciabatte e scendendo in cantina per riaccendere l’interruttore. Un vero lusso, quello di lamentarsi per un black out temporaneo. Un lusso che in Africa sono moltissimi a non potersi permettere: lì, in gran parte dei villaggi, non esiste alcuna cantina dove scendere. L’ettricità manca del tutto, e per illuminare la casa quando arriva la notte si usano candele al cherosene tutt’altro che sicure (ed ecologiche). Esiste però un’associazione che si chiama Solar Sister e che, attraverso un programma omonimo, sta cercando, come dice il suo slogan, di dare agli africani light, hope, opportunity: luce, speranza, opportunità.
L’idea alla base si chiama MicroConsignment e viene già adottata da moltre alte associazioni umanitarie (e non) sparse per il mondo: a ogni donna – il programma mette al centro la donna – con una certa capacità imprenditoriale viene dato un piccolo budget e un kit di strumenti per cominciare a costruire il proprio business. Nel caso delle Solar Sister, alle donne africane associate (finora 25) si dà la possibilità di vendere una lampada solare portatile che dura dieci anni e produce una luce otto volte più potente, pulita e sicura del cherosene. Il prezzo (20 dollari) è forse un po’ alto per una famiglia africana, ma bastano appena2 mesi e mezzo per ammortizzare il costo equivalente di cherosene.
I vantaggi sono notevoli: rischio incendi azzerato, stop all’inalazione accidentale dei fumi di cherosene, niente più emissioni di toluene, benzene e diossido di nitrogeno. Insomma, un bel guadagno sia per l’ambiente sia per la salute sia per le famiglie africane. Il merito dell’iniziativa è di Katherine Lucey, ex dipendente di banca a New York ed esperta in campo energetico, che ha deciso di dedicarsi alla ricerca di una soluzione per sconfiggere la povertà energetica che affligge il mondo in via di sviluppo. A lei e a tutte le Solar Sister africane noi di Greenme non possiamo che augurare un futuro pieno di luce, speranza e opportunità!
Roberto Zambon