Da un nuovo studio europeo emerge la pericolosità delle polveri sottili anche al di sotto dei limiti stabiliti dall'Ue...
Ormai è risaputo che l’inquinamento e più nello specifico le polveri sottili sono pericolose per la nostra salute e provocano gravi malattie. Proprio per questo l’Ue ha stabilito dei limiti, ovvero un quantitativo nell’atmosfera di queste sostanze che non andrebbe mai superato, adottando immediatamente in caso di sforamento i giusti provvedimenti per abbassarlo. Ebbene tutto questo, a detta di un nuovo studio europeo, serve a ben poco dato che le polveri sottili sono molto pericolose anche in quantitativo inferiore ai limiti imposti dall’Ue.
A dirlo lo studio internazionale Escape (European Study of Cohorts for Air Pollution Effects), coordinato dalla Università di Utrecht in Olanda e pubblicato su The Lancet, che ha riunito ed analizzato 22 studi europei compiuti su un totale di oltre 360mila persone in Europa tutte residenti in città e monitorate per circa 14 anni. Quello che si voleva valutare era l’effetto delle polveri e degli ossidi di azoto sulla mortalità a lungo termine.
Ciò che è emerso non è certo rincuorante: per ogni aumento nella media annuale di 5 µg/m3 (microgrammi per metro cubo) di esposizione a particolato fino, ovvero quelle particelle che misurano un diametro inferiore a 2,5 micron, PM2.5, si ha come conseguenza un aumento di rischio morte del 7%. Una differenza di 5 µg/m3 è molto bassa e può essere ad esempio quella che intercorre tra una zona molto trafficata e una più tranquilla. Senza contare poi che in molte città si arriva anche a picchi di 30 mg/m3, ciò si traduce in un rischio di morte precoce aumentato del 30% circa.
Tra le città coinvolte ci sono anche Roma, Torino e Varese dove sono state prese in esame complessivamente 31mila persone. I risultati ottenuti sono simili a quelli del resto d’Europa e così li ha commentati Francesco Forastiere, epidemiologo che ha partecipato al progetto: “i risultati suggeriscono un effetto del particolato anche per concentrazioni al di sotto dell’attuale limite annuale europeo di 25 µg/m3 per il PM2,5. L’Organizzazione Mondiale della Sanità propone del resto come linea guida 10 µg/m3 e i nostri risultati supportano l’idea che avvicinandoci a questo target si potrebbero raggiungere grandi benefici per la salute delle persone“.
Sembra dunque che i limiti di legge debbano essere abbassati perché gli attuali non ci proteggono affatto dagli effetti dannosi dell’inquinamento. “L’Ue avrebbe dovuto modificare quest’anno con una direttiva la soglia dei 25 ma gli Stati membri ancora non l’hanno fatto. – continua Forastiere – Chissà se l’Italia nel suo semestre di presidenza dell’Unione nel 2014 sarà capace di dare priorità ai temi ambientali’‘.
Ce lo auguriamo!
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