In Italia tira una brutta aria. Da tempo l'Europa ce lo rimprovera ma adesso la Commissione Ue ha inviato al nostro paese una lettera con un parare motivato, ovvero la seconda fase della procedura di infrazione, sollecitando l'Italia ad adottare azioni approriate, in grado di ridurre significativamente le emissioni di PM10
In Italia tira una brutta aria. Da tempo l’Europa ce lo rimprovera ma adesso la Commissione Ue ha inviato al nostro paese una lettera con un parare motivato, ovvero la seconda fase della procedura di infrazione, sollecitando l’Italia ad adottare azioni approriate, in grado di ridurre significativamente le emissioni di PM10.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, la procedura è stata avviata per la violazione dei limiti giornalieri di Pm10 in 30 zone, distribuite in gran parte delle nostre regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia.
“Ecco qua: l’Europa sta dicendo una verità assoluta. In 10 anni di emergenza smog l’Italia non ha dato risposte convincenti che dimostrassero un piano serio e strutturato per uscire dal problema inquinamento atmosferico. Basta con le risposte stagionali. Ci vogliono treni per i pendolari, investimenti x tram e metropolitane, stop ai diesel in città entro 2025, efficientamento energetico degli edifici, sistemi di riscaldamento sostenibili” è stato il commento di Rossella Muroni, Presidente di Legambiente.
L’inquinamento atmosferico, nel nostro paese, purtroppo è in continuo aumento come dimostrato anche dall’ultimo dossier Mal’aria 2017, secondo cui già nel primo mese di quest’anno ben 9 città italiane avevano superato per oltre 15 giorni il limite giornaliero previsto per il PM10.
Anche lo scorso anno, un capoluogo italiano su tre aveva oltrepassato il limite di 35 giorni, con ben 33 città italiane risultate fuorilegge con il livello di Pm10 alle stelle, con in testa tutteTorino (con 89 superamenti), Frosinone (85), Milano e Venezia (entrambi 73).
Anche Coldiretti sottolinea l’urgenza di avviare delle politiche per contrastare lo smog. Tra queste un bonus fiscale verde per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento.
Secondo l’analisi della Coldiretti le grandi città hanno pochi spazi verdi, si parla di 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma e di 17,2 di Milano fino ai 21 di Torino.
“Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Un’opportunità importante da sfruttare anche per evitare il rischio della maximulta in arrivo dall’Ue per lo sforamento dei limiti di polveri sottili. Il verde urbano in Italia pero’ rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) sulla base dell’ultimo rilevamento Istat” sottolinea Coldiretti.
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Non è un problema da prendere alla leggera visto che l’inquinamento legato alle polveri sottili, in particolare al PM10, uccide circa 66mila persone all’anno, mettendo l’Italia sul podio dei paesi Ue con i più alti tassi di mortalità dovute al particolato.
Cosa potrebbe accadere?
Se l’Italia non correrà ai ripari, attuando azioni concrete entro due mesi, la Commissione europea potrà deferire il caso alla Corte di giustizia.
Francesca Mancuso