Veleni su veleni. Il carbonioelementare, noto anche come black carbon, è presente ovunque nella nostra aria. E, neanche a dirlo, è estremamente dannoso per la salute. Come se ce ne fosse ancora bisogno, la conferma arriva da un nuovo studio condotto dal Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr), il primo in Italia in quest'ambito
Veleni su veleni. Il carbonio elementare, noto anche come black carbon, è presente ovunque nella nostra aria. E, neanche a dirlo, è estremamente dannoso per la salute. Come se ce ne fosse ancora bisogno, la conferma arriva da un nuovo studio condotto dal Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr), il primo in Italia in quest’ambito.
Secondo gli scienziati, l’Italia è ricoperta da una polvere nera, che aumenta soprattutto nelle città. Nello studio, i ricercatori hanno misurato le concentrazioni di carbonio elementare scoprendo che le zone dove c’è molto trafficato presentano livelli più di 50 volte maggiori rispetto ai siti di alta montagna, dove le auto e le moto non arrivano.
Mettendo a confronto due siti, il Cnr ha mostrato che a Milano in viale Sarca la media nel periodo invernale sfiorava i 6 microgrammi per metro cubo mentre sul Monte Cimone, nell’Appennino Tosco-Emiliano, è di appena 0.1 mgm-3.
Una delle regioni più a rischio è la Pianura Padana. Qui le concentrazioni di carbonio organico ed elementare differiscono tra l’inverno e l’estate. Durante in mesi invernali, esse sono da 3 a 4 volte più elevate di quelle estive.
“Questo a causa dell’intensità di alcune sorgenti quali il riscaldamento domestico durante la stagione fredda e delle frequenti condizioni di stabilità atmosferica, con scarso ricambio delle masse d’aria, che favoriscono l’accumulo degli inquinanti” ha spiegato Sandro Fuzzi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Bologna (Isac-Cnr). “In atmosfera il carbonio elementare e il carbonio organico si trovano sempre associati, poiché originati dalle stesse sorgenti: la combustione incompleta di una qualsiasi sostanza organica, sia combustibili fossili, sia biomasse (legna e residui agricoli), per autotrazione, riscaldamento e produzione di energia”.
Livelli diversi anche da Nord a Sud. Sempre considerando i mesi invernali, le maggiori concentrazioni di black carbon sono in media il doppio nelle città del Nord rispetto a quelle del sud.
Un problema non da poco, a cui anche la Commissione Europea si sta interessando, raccomandando ai singoli stati il monitoraggio. Secondo l’Oms, uno dei nemici Numero Uno dell’uomo, visti gli effetti dannosi per il sistemi respiratorio e cardiovascolare e l’aumento del rischio di cancro.
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