Chi vorrebbe gustarsi un delizioso panino o una buona tazza di caffè in bagno? Probabilmente nessuno. E invece per due inglesi, Pete Tomlinson e Ben Russell, questa era talmente un’ottima idea che hanno deciso di aprire un’originalissima caffetteria proprio all'interno di una toilette pubblica di Londra. Ma non una qualsiasi: si tratta, infatti, di un antico bagno risalente all’epoca vittoriana.
Chi vorrebbe gustarsi un delizioso panino o una buona tazza di caffè in bagno? Probabilmente nessuno. E invece per due inglesi, Pete Tomlinson e Ben Russell, questa era talmente un’ottima idea che hanno deciso di aprire un’originalissima caffetteria proprio all’interno di una toilette pubblica di Londra. Ma non una qualsiasi: si tratta, infatti, di un antico bagno risalente all’epoca vittoriana.
Appena hanno visto il cartello “affittasi” per la toilette sotterranea, i due imprenditori hanno captato fin da subito l’opportunità di creare qualcosa di nuovo sulla scena dei caffè della capitale del Regno Unito. Successivamente, hanno passato mesi e mesi a progettare e restaurare il locale, ma, invece di cancellare tutti i ricordi del suo precedente uso, hanno scelto di metterlo ben in luce, mantenendo gli originali orinatoi del 1890 Doulton & Co. come arredamento.
Cosa ne è venuto fuori? Un nuovissimo locale che ha recuperato vecchi spazi inutilizzati dando loro una nuova vita. L’hanno chiamato The Attendant e si trova in Foley Street. Al suo interno, gli orinatoi se ne stanno esposti in bella vista, utilizzati come scintillanti divisori. Anche se sotto terra, l’originalissimo caffè non è difficile da trovare, grazie alla sua entrata in ferro battuto originaria, che veniva usata per segnalare ai passanti che qui potevano trovare sollievo in caso di “bisogno”.
Ora, però, qui i londinesi, sia maschi che femmine, potranno godersi cibi e bevande di alta qualità accuratamente selezionati, standosene a chiacchierare con gli amici… tra gli orinatoi. Forse è contro il rigido galateo inglese, ma, Ladies and Gentlemen, al the Attendent le regole sono cambiate.
Roberta Ragni
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