PAN Europe, insieme ai suoi membri affiliati, sta creando la Rete delle Città Libere dai Pesticidi, una rete congiunta di città libere dai pesticidi in tutta Europa.
Come sarebbero le città se non si usassero i pesticidi? Sostenibili e vivibili senza dubbio. I pesticidi non sono solo usati in agricoltura, ma anche nelle aree urbane, destando non poche preoccupazioni per l’ambiente e per la salute delle persone.
Anche se nel 2009 gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno approvato la Direttiva 2009/128/EC del 21 ottobre 2009 sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi (SUDP) e da allora stanno aumentando le città che hanno proibito i pesticidi nelle proprie zone di pertinenza, ancora molto c’è da fare.
E lo sa bene PAN Europe (Pesticide Action Network), la Ong con sede a Bruxelles nata nel 1987 proprio per limitare l’uso di pesticidi chimici e sostenere l’uso di alternative sostenibili.
PAN Europe, insieme ai suoi membri affiliati, sta creando ora la Rete delle Città Libere dai Pesticidi, una rete congiunta di città libere dai pesticidi in tutta Europa, che prevede un uso di pesticidi ridotto al minimo e sostituito con alternative sostenibili, tutelando in questo modo la salute dei cittadini e dell’ambiente e garantendo una migliore qualità di vita.
La Rete Europea delle Città Libere dai Pesticidi è in linea proprio con la Direttiva emanata nel 2009 e ha come scopo quello di “riunire una massa critica di città impegnate ad eliminare l’uso degli antiparassitari e fornire una piattaforma europea all’interno della quale condividere esperienze, pratiche e conoscenze, ricevendo un supporto reciproco”.
“Le ottime esperienze avute con i metodi alternativi per la prevenzione di piante infestanti hanno portato ad escludere la necessità di pesticidi“, afferma Morten Kabell, sindaco di Copenaghen, città pioniera – manco a dirlo – anche in questo senso.
Così come Daniel Termont, sindaco di Ghent, città “pesticide free” dal luglio 2009, afferma: “Siamo convinti che liberare le città dai pesticidi sia un passaggio fondamentale per renderle più sostenibili”.
In Italia? Da un lato qui dai noi c’è ancora la netta sensazione che i diserbanti chimici e tutti i prodotti fitosanitari pericolosi per l’ambiente difficilmente saranno superati da nuove tecnologie eco-sostenibili. Anche se in piccole realtà qualcosa comincia a muoversi.
Lanciato da alcune settimane anche in Italia, il progetto Rete Europea delle Città Libere dai Pesticidi ha infatti richiamato l’attenzione di Comuni come Varese, Ragusa, Occhiobello, Lozzolo, Robilante, Morozzo, Casalduni.
Perché una rete di città libere dai pesticidi?
“Il 70% della popolazione europea vive nelle città e i cittadini sono sempre più preoccupati per l’uso dei pesticidi, i quali non vengono utilizzati solo nelle aziende agricole per la produzione di alimenti, ma anche nelle aree verdi delle scuole, dei parchi giochi, degli asili, dei giardini privati, dei campi sportivi, dei marciapiedi e dei cimiteri. Ne consegue che ogni cittadino è esposto direttamente o indirettamente a decine di diversi pesticidi ogni giorno attraverso il cibo e l’ambiente”, afferma Henriette Christensen, policy advisor di PAN Europe.
Quali sono allora i metodi alternativi da usare in città?
Diserbo manuale, meccanico, a vapore, piro diserbo, decespugliatori elettrici, tagliasiepi, trituratori… tutti metodi sostenibili efficaci e, soprattutto, non nocivi.
La rete mira, infine, ad aumentare la consapevolezza politica a tutti i livelli. L’adesione alle Città Libere dai Pesticidi richiede un impegno politico, con la firma di un vero Protocollo in modo che i risultati conseguiti possano essere utilizzati anche per sostenere ulteriori adesioni a livello nazionale ed europeo.
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Germana Carillo