E' un'Italia a due velocità quella disegnata dal nuovo Rapporto Ecosistema Urbano 2020, reso noto da Legambiente
E’ un’Italia a due velocità quella disegnata dal nuovo Rapporto Ecosistema Urbano 2020, reso noto da Legambiente. Da una parte, troviamo le citta capoluogo più dinamiche e attente alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alle fonti rinnovabili e alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini. Dall’altra vi sono quelle in cui tali aspetti stentano a decollare, anzi, risultano addirittura troppo lente nelle performance ambientali soprattutto sul fronte smog, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica.
Sono Trento, Mantova e Pordenone le migliori della classe tra i capoluoghi italiani per performance ambientali, ribaltando la classifica invece troviamo Pescara, Palermo e Vibo Valentia.
È questa la fotografia scattata da Ecosistema Urbano 2020, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore. Un quadro che delinea i cambiamenti in chiave green attuati nelle città. I dati però si riferiscono al 2019 quindi senza tenere conto degli effetti della pandemia, che ha insistito, come sappiamo, a partire da febbraio/marzo 2020.
Rifiuti, inquinamento e trasporti: quali sono le città più attente
Sono state Trento e Mantova a conquistare le prime due posizioni, confermando quelle dello scorso anno con buone performance complessive, seguite da Pordenone che, dopo una lenta scalata, ha raggiunto il terzo posto superando così Bolzano scesa al quarto rispetto al dossier del 2019. Al quinto troviamo Reggio Emilia protagonista di una rincorsa alla top ten costante negli ultimi anni. In fondo alla graduatoria troviamo invece: Pescara (102esima), Palermo (103esima) e Vibo Valentia (104esima).
Al primo posto Trento vanta un miglioramento dei valori medi complessivi sia per quel che concerne il biossido di azoto (NO2) che per le Pm10. Cresce la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato con l’83% nel 2019, in amento rispetto all’81% del 2018. A completare il quadro c’è il decrescere dei rifiuti prodotti che calano dai 465 chili per abitante/anno dell’anno passato, agli attuali 462. Aumentano anche i passeggeri trasportati dal servizio di TPL (da 185 viaggi per abitante annui del 2018 ai 190 del 2019), ma cala lo spazio destinato alle infrastrutture dedicate alla ciclabilità. Si registra un costante miglioramento del capoluogo trentino nell’indice dedicato al consumo di suolo.
Anche Mantova ha fatto registrare buone performances negli indici legati all’inquinamento atmosferico. Sale la produzione totale di rifiuti (da 513 Kg pro capite all’anno, a 531 quest’anno), ma continua a crescere la raccolta differenziata dove Mantova è la terza assoluta (dopo Ferrara e Pordenone), con una percentuale di 85,6% di differenziata.
Pordenone ha fatto registrare un miglioramento generale visibile già negli indici legati all’inquinamento atmosferico, con un calo delle concentrazioni dell’NO2 e quasi dimezzando i giorni di superamento dell’ozono rispetto all’anno precedente. Bene la raccolta differenziata per la quale è al secondo posto in Italia con l’86,1%, dietro solo a Ferrara. Unica nota negativa, il lieve calo dei passeggeri trasportati dal servizio di TPL (che scendono dai 62 del 2018 agli attuali 58 viaggi per abitante all’anno).
Anche Bolzano, quarta, e Reggio Emilia, quinta, confermano buone performance ambientali. La prima mantiene, ad esempio, una buona qualità dell’aria con tutti e tre gli indici entro i limiti, ma peggiorando lievemente nei giorni di superamento dei limiti per l’ozono. Cresce ancora il monte rifiuti prodotti (512 kg/abitanti/anno nel 2018, 524 quest’anno), ma aumenta la raccolta differenziata che si attesta al 67%. Migliora di pochissimo anche nell’indice del consumo di suolo che vede Bolzano tra le migliori in assoluto: è sesta con 9,40 su 10 (era a 9,35 l’anno passato).
Se le città che hanno conquistato le prime posizioni hanno fatto registrare buoni risultati sotto vari aspetti, dal dossier è emerso anche un aspetto interessante, ossia la propensione al cambiamento in ambiti specifici che riguarda anche centri urbani che non occupano posizioni di vertice in graduatoria. Tra queste Ferrara, Pordenone e Mantova per la gestione dei rifiuti, Treviso che depura tutti i suoi reflui al pari di Bolzano e contiene lo spreco di acqua come Pordenone e Trento. Performance che hanno permesso di trasformarsi in luoghi più vivibili e a misura di cittadino, com’è accaduto a Reggio Emilia che ha puntato molto sulla bicicletta aumentando gli spazi urbani dedicati ai ciclisti.
Vediamo quali sono i dati relativi a rifiuti, inquinamento e trasporti. La percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani è in costante miglioramento e il valore medio è del 58%, quasi quattro punti percentuali in più rispetto al 54,3% dell’anno precedente (era 50,4 % nel 2017 e 47,4% nel 2016).
“L’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 46 città, nove in più rispetto all’anno precedente, mentre la soglia del 35%, prevista per il 2006, non è stata ancora raggiunta da 13 comuni (erano 18 nel 2018 e 27 nel 2017). Nove i capoluoghi che superano la soglia dell’80%. La produzione di rifiuti continua a mostrare un andamento altalenante. Nel 2019 torna a scendere la media (530 Kg pro capite), avvicinandosi ai valori del 2017 (528 kg), lo scorso anno era a 537 kg pro capite” si legge nel Rapporto.
Emerge particolarmente Ragusa che è centesima nella graduatoria finale di Ecosistema Urbano 2020, ma che riesce a essere un esempio, nella Sicilia dell’emergenza rifiuti, con il suo porta a porta che le ha fatto sfiorare il 73% di raccolta differenziata.
Sul fronte del trasporto pubblico, a Milano, Genova, Brescia, Cagliari e Pavia prendere il bus è più facile. Venezia, Milano e Genova (in crescita) sono tra le città con più
di 200mila abitanti ad aver fatto meglio, seguono Brescia, Cagliari (in miglioramento) e Trento tra quelle con una popolazione compresa tra 80 e 200mila abitanti, e Pavia e Siena tra le piccole (meno di 80mila residenti).
Di contro, il tasso di motorizzazione dei capoluoghi italiani continua tristemente a salire con 63,3 auto ogni 100 abitanti nel 2017, 63,9 nel 2018, 64,6 auto ogni 100 abitanti quest’anno. Aumenta anche, però, il numero di città in cui si registra un calo del parco auto circolante, passanddo da 7 a 11.
Ciò si riflette sull’inquinamentoatmosferico. I numeri legati allo smog e alle concentrazioni di biossido di azoto o dei giorni di superamento dei limiti dell’ozono sono sempre più elevati a Torino, dove aumenta anche il numero di auto circolanti insieme a Roma (Torino a 64 auto ogni 100 abitanti, Roma a 62). Tra le città migliori troviamo Agrigento, Catanzaro e L’Aquila, tra le peggiori tra grandi centri c’è anche Roma.
Inquinamento, difficoltà nei trasporti e gestione della rete idrica sono state le principali zavorre delle grandi città, dove in generale vi è un andamento lento nelle performance ambientali. Fa eccezione Milano. La metropoli lombarda è quella che più di tutte negli ultimi anni ha tentato di spostare sempre più su l’asticella della vivibilità urbana riuscendo a rendere stabili alcuni cambiamenti. Milano mostra infatti una costante attenzione alla vivibilità urbana, raggiungendo la 29esima posizione della classifica. Ma Roma non ne segue il ritmo, piazzandosi all’89° posto, seguita da Napoli.
Ecco la top ten
1 Trento
2 Mantova
3 Pordenone
4 Bolzano
5 Reggio Emilia
6 Belluno
7 Parma
8 Cosenza
9 Biella
10 Verbania
Ecco le ultime 10 città della classifica
95 Caserta
96 Latina
97 Messina
98 Isernia
99 Siracusa
100 Ragusa
101 Catania
102 Pescara
103 Palermo
104 Vibo Valentia
In fondo alla classifica generale troviamo Pescara, Palermo e Vibo Valentia. Il capoluogo abruzzese non risponde da due anni alle domande di Legambiente. Anche Vibo Valentia, ultima in classifica, colleziona una enorme quantità di ‘nd’. L’unica nota positiva è il dato sulla raccolta differenziata che passa dal 26% segnalato negli ultimi anni al 46,3%, ed il contestuale calo del monte rifiuti prodotto che vale al capoluogo calabrese il quarto posto assoluto nell’indice dedicato con 395 kg/ab/anno.
Palermo, penultima in graduatoria, oltre alla raccolta differenziata che si attesta al 19,2%, registra un calo dei passeggeri trasportati dal trasporto pubblico, ma scende anche la superficie dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità, facendo del capoluogo siculo uno dei peggiori del Paese con poco più di un metro equivalente ogni 100 abitanti.
“L’Europa ha destinato al nostro Paese 209 miliardi di euro, una cifra molto importante che non potrà non riguardare le aree urbane, utili anche per il raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. È qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese. I dati contenuti in questa edizione di Ecosistema Urbano, relativi al 2019 e quindi ad una situazione pre-pandemia, ne sono la testimonianza più evidente. L’Italia non può mancare questa occasione irripetibile per rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure. Dopo decenni di discussioni, analisi dei problemi e definizione della loro soluzione (come abbiamo fatto con questo rapporto annuale), ora abbiamo la possibilità di risolverne una gran parte grazie alle risorse europee. Le soluzioni da adottare le ritroviamo a macchia di leopardo in diversi capoluoghi di provincia. Noi col Rapporto Ecosistema Urbano le raccontiamo annualmente per rendere merito agli amministratori più smart e coraggiosi e farle copiare da quelli meno innovativi e temerari, perché le buone idee non hanno copyright” ha detto Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente.
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Fonti di riferimento: Legambiente
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