I “Parklet” sono delle autentiche estensioni dei marciapiedi dove si creano luoghi d’incontro. L'esperienza di Berna.
Se le automobili rimangono ferme e inutilizzate per buona parte del loro ciclo di vita, perché non ripensare ai posti normalmente destinati ai parcheggi?
Mobilità urbana: avete mai immaginato tavoli e sedie al posto delle auto ai margini dei marciapiedi? Proprio così: mettere su delle vere soluzioni modulari, in genere realizzate in legno, in grado di ospitare delle sedute pubbliche o anche rastrelliere e spazi verdi. E dire addio al traffico e al parcheggio selvaggio.
Berna è l’ultima di una lunga lista di città che hanno già pensato proprio ai “Parklet”, ossia delle autentiche estensioni dei marciapiedi dove si creano luoghi d’incontro per bere un caffè, mangiare un panino in pausa pranzo o semplicemente per rilassarsi fuori dal caos cittadino.
Ispiratasi a San Francisco, nella città svizzera ben sette parcheggi sono stati già trasformati in luoghi d’incontro pubblici. Altri subiranno questa metamorfosi prossimamente. I “parklet” – quelli già attivi e quelli che lo saranno a breve – sono arredati con tavoli, ombrelloni, panchine e divani in legno.
Si tratta, in pratica, di aree pubbliche attrezzate ricavate dallo spazio liberato dal posteggio di una o più automobili: il loro scopo è quello di creare un ambiente accogliente tutto a disposizione della popolazione “per lavorare, leggere, discutere, consumare il proprio cibo o come luogo di incontro”, spiega l’assessore comunale Ursula Wyss, direttore dell’ingegneria civile, dei trasporti e della città.
Ovvio, per essere creati i “parklet” devono seguire specifici standard costruttivi, come delle misure minime in larghezza e in lunghezza, la non interferenza con la raccolta di acque reflue e la libera accessibilità: gli spazi, cioè, non potranno essere acquisiti e utilizzati a scopi solamente privati dal costruttore (l’area, una volta allestita, potrebbe venire usata da chiunque, cliente o meno dell’attività commerciale).
Il proprietario è anche obbligato ad apporre una segnaletica che indichi la caratteristica di spazio pubblico del “parklet”.
Potrebbe essere questo un modo per sensibilizzare i più al valore dello spazio stradale adibito a parcheggio e ridurre il traffico veicolare a tutto vantaggio della mobilità a piedi e in bicicletta? Molto probabile, soprattutto in città come Berna. Ma qui da noi sarebbe fattibile?
Germana Carillo
Parklet, i parcheggi a Berna diventano luoghi di incontro