Trasformare gli orinatoi pubblici rendendoli veri e propri serbatoi per innaffiare le piante. Ecco come
Anche gli orinatoi possono essere green. E anche la nostra pipì può essere riutilizzata…per innaffiare le piante. La stravagante idea è del giovane designer Eddie Gandelman che ha cercato di rendere più confortevole e verde un posto solitamente sporco e anonimo, il bagno pubblico.
Ha disegnato così una struttura cilindrica, che ospita 4 orinatoi, alla cui sommità sono poste alcune piante. Queste ultime vengono innaffiate proprio con la nostra urina, opportunamente trattata. Il 22enne, che studia design presso l’Università di Cincinnati, ha raccontato la sua idea a Theatlanticcities.com: “Credo che l’orinatoio nei bagni pubblici sia una delle peggiori cose progettate. Stavo guardando i miei disegni e ho pensato, ‘Hey, sarebbe fantastico poter innaffiare le piante con la propria pipì‘“. Detto fatto.
Gandelman si è messo al lavoro e ha studiato il sistema per trasformare lo squallore attuale in bellezza futura. “Potrebbe funzionare” assicura. Il risultato del suo lavoro si chiama “When Nature calls” letteralmemte “quando Natura chiama” ed è un orinatoio che filtra il sodio e l’acido urico attraverso un processo in tre fasi in cui sono coinvolti il carbone attivo, il calcare e la sabbia. Il prodotto finale è fatto convogliare direttamente verso le piante acquatiche poste sulla sommità della struttura.
La sua idea ha subito fatto il giro del mondo. Molte signore hanno richiesto al designer di progettare una versione femminile dell’ingegnosa toilette, che purtroppo non esiste ancora. Allo stesso modo, non esiste ancora se non sulla carta l’idea si When Nature Calls, ma nelle ultime settimane, Gandelman sarebbe stato contattato da numerosi architetti che cercano di integrare la sua idea nei loro più recenti progetti di edilizia sostenibile. Non esiste nemmeno un prototipo ma solo l’idea messa su carta.
Recentemente, Gandelman ha parlato con un ingegnere della possibilità di tradurre il concept in un prodotto reale ma tra i principali ostacoli vi sarebbero i costi elevati, ma il giovane non demorse: “Il mio prossimo passo potrebbe essere quello di trovare le persone giuste con le giuste competenze per portare la mia idea al livello successivo”.
Il concetto di separazione dei rifiuti solidi dai rifiuti liquidi e il loro trattamento per un futuro uso non è nuovo. Circa 135mila servizi igienici di questo tipo sono già utilizzati in Svezia, dove parte delle urine raccolte e trasformate in fertilizzanti passa agli agricoltori. Stessa cosa anche in Cina.
Quando natura chiama…
Francesca Mancuso
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