A Melbourne un’e-mail a ogni albero della città per segnalare problemi, ma ecco i messaggi che ricevono

Cara quercia ti scrivo. L’obiettivo era quello di salvaguardare il verde pubblico segnalando problemi o danni via mail, ma l’iniziativa alla fine ha preso dei risvolti inaspettati.

Cara quercia ti scrivo. L’obiettivo era quello di salvaguardare il verde pubblico segnalando problemi o danni via e-mail, ma l’iniziativa alla fine ha preso dei risvolti inaspettati.

A Melbourne in Australia, l’amministrazione locale da qualche tempo, ha assegnato un numero identificativo correlato da indirizzo e-mail a ogni albero della città. Ogni cittadino può segnalare problemi, danni e pericoli relativi appunto agli alberi del proprio quartiere.

Ma di problemi ne sono stati segnalati ben pochi, perché i cittadini hanno approfittato della mail per scambiare con gli alberi confidenze, storie d’amore e racconti di vita personali.

Caro albero ti scrivo…

“Spero che anche a te piaccia vivere qui. Fra poco ho gli esami e dovrei studiare. Tu invece no, perché sei un albero. Non credo ci sia altro da dirci, visto che non abbiamo molto in comune, ma sono felice che anche tu sia qui”.

“Mi dispiace sapere che presto morirai. E sono triste quando penso ai mezzi che schiacceranno i tuoi rami”.

Brevi messaggi con ogni tipo di contenuto insomma, c’è chi ne loda la bellezza, chi mostra empatia con un albero che verrà abbattuto, chi li ringrazia per l’ossigeno, chi li interroga sui massimi sistemi. Un modo originale che cela un grande amore verso la natura, in una città che ospita oltre 70mila alberi.

“Mio caro olmo – scrive un cittadino – mentre stavo lasciando il St. Mary College oggi sono stato colpito, non da un ramo, ma dalla tua radiosa bellezza”. E ancora: “Cara quercia, grazie per l’ossigeno che ci doni e per essere così bello”.

In molti casi eucalipti, querce ed olmi “rispondono”, come ad esempio l’albero che incoraggia uno studente per i suoi esami. Non manca poi l’ironia. Un cittadino che si è dato il nome della città di Troia ha chiesto a un cedro se fosse preoccupato della crisi greca. Questo gli ha risposto: “Mi pare di ricordare che i greci una volta ti rasero al suolo, sei ancora arrabbiato con loro?”.

E ancora:

“Mi chiamo Quercus Alba. Puoi chiamarmi Al. Ho circa 350 anni e vivo in una piccola fattoria nel Mississippi, negli Stati Uniti. Non viaggio molto (in realtà non mi sono mai trasferito da quando ero una ghianda). Vivo da solo, tranne quando faccio da casa ad uccelli e scoiattoli”.

A quanto pare, dalle risposte, l’amministrazione ha preso bene questo cambio di rotta, perché in qualche modo rivela l’amore che i cittadini hanno per gli alberi.

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Dominella Trunfio

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