Istat: bene differenziata e rinnovabili, ma torna ad aumentare la produzione di rifiuti nelle città italiane

Torna a crescere, dopo un triennio di andamento calante, la produzione dei rifiuti nei 116 capoluoghi di provincia italiani, mentre migliorano la raccolta differenziata, l’inquinamento urbano, il consumo di acqua per uso domestico e l’installazione di fotovoltaico e altre rinnovabili. Lo afferma la rilevazione 2010 sugli Indicatori ambientali urbani, il rapporto annuale dell’Istat sui principali elementi di pressione ambientale in Italia.

Torna a crescere, dopo un triennio di andamento calante, la produzione dei rifiuti nei 116 capoluoghi di provincia italiani, mentre migliorano la raccolta differenziata, l’inquinamento urbano, il consumo di acqua per uso domestico e l’installazione di fotovoltaico e altre rinnovabili. Lo afferma la rilevazione 2010 sugli Indicatori ambientali urbani, il rapporto annuale dell’Istat sui principali elementi di pressione ambientale in Italia.

Rifiuti

Seconda l’Istat, la raccolta dei rifiuti urbani risulta pari a 609,5 chilogrammi per abitante, in aumento dello 0,9% rispetto al 2009. Quanto alla raccolta differenziata, invece, i dati sembrano incoraggianti: il servizio di raccolta differenziata presente in tutti i comuni capoluogo di provincia, le migliori performance si sono registrate a Pordenone, Novara e Carbonia, che hanno già superato l’obiettivo del 60% di raccolta differenziata obbligatorio, secondo normativa, entro il 31 dicembre 2011, mentre esempi in negativo arrivano dalla Sicilia con Messina, Siracusa ed Enna in fondo alla classifica. Tra i grandi comuni, sottolinea l’Istat, Verona è l’unico che ha raggiunto il 50% di raccolta differenziata. Valori superiori al 30% si registrano a Torino (43,3%), Firenze (38,4), Milano (35,9%), Venezia (35,6%) e Bologna (34,8%).

Inquinamento Atmosferico

Anche i dati relativi all‘inquinamento atmosferico fanno ben sperare: continua a diminuire il numero medio di giorni in cui si è registrato il superamento del valore limite per la protezione della salute umana dal PM10 (44,6 giorni), quasi dieci giorni in meno rispetto al 2009 (54,1). Hanno contribuito alla riduzione, oltre a fattori meteo-climatici naturali, la maggiore diffusione di auto meno inquinanti, la limitazione della circolazione, il potenziamento dei mezzi pubblici e le modifiche apportate dalle amministrazioni comunali alla viabilità urbana.

Acqua

Calato anche il consumo di acqua per uso domestico, in diminuzione dell’1,9% rispetto al 2009. Nella classifica dell’Istat è Agrigento risulta il comune con il più basso consumo pro capite di acqua35,4 m3 per abitante.Cresce, infine, l’attenzione per le rinnovabili: il numero di comuni che hanno predisposto forme di teleriscaldamento è passato dagli 11 del 2000 ai 31 del 2010 (erano 29 nel 2009). Per il solare termico, i metri quadri installati ogni 1.000 abitanti sugli edifici comunali sono passati da 0,01 m2 nel 2000 a 0,80 m2 nel 2010, con un incremento del 16,9% solo nell’ultimo anno; contemporaneamente, il numero di comuni che dichiara di installarli è passato da tre nel 2000 a 67 nel 2010. Sul versante del fotovoltaico, nel 2010 ben 82 comuni4 hanno dichiarato di ricorre all’impiego di tale tecnologia: la potenza media, arrivata nel 2010 a 1,1 kW ogni 1000 abitanti, ha registrato un incremento del 114,9% sul 2009.

Fonti Rinnovabili

Quella che i dati dell’Istat sembrano fotografare è l’immagine di un’Italia sempre più attenta agli sprechi e all’ambiente. Insomma, forse qualcosa si muove, ma la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa.

Roberta Ragni

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