A Milano e a Roma si respira aria più pulita. Con le attività ferme a causa del coronavirus, le centraline stanno registrando valori bassi mai visti prima
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A Milano e a Roma si respira aria più pulita. Nelle città italiane la maggior parte delle attività sono ferme a causa del coronavirus e ciò si ripercuote anche nella minore presenza di inquinanti nell’atmosfera.
Non è solo una sensazione. Le centraline stanno registrando valori in discesa verso il basso mai visti prima. Polveri sottili e inquinanti sono al minimo.
A Milano si respira aria di montagna
Una piccola buona notizia arriva da una Lombardia duramente provata dall’emergenza coronavirus. Secondo gli ultimi dati registrati dall’Arpa, la media delle concentrazioni degli ultimi giorni è stata pari 25,7 µg/m³, poco oltre la metà del limite massimo consentito ( pari a 50 microgrammi per metro cubo).
Milano sembra irriconoscibile. Niente traffico, pochissima gente in strada e la qualità dell’aria ne sta giovando. Domenica scorsa, le centraline dell’Arpa hanno registrato concentrazioni di polveri sottili entro i limiti. In particolare, la media di Pm10 è stata di 22.9 µg/m³.
Chiaramente la situazione varia in base alla zona della città, si va dai 25 µg/m³ di viale Marche e via Senato, ad esempio, fino a 16 del Verziere. Anche in provincia la situazione è analoga, con i livelli medi decisamente più bassi rispetto al limite massimo ammesso: a Limito di Pioltello sono stati registrati 28 µg/m³, 14 a Cassano d’Adda, mentre a Turbigo le centraline hanno rilevato 18 microgrammi per metro cubo.
Una tendenza al ribasso quella di Milano e provincia, se si considera che le polveri sottili sono sotto i livelli soglia dal 26 febbraio, pochi giorno dopo l’introduzione del blocco a causa del coronavirus.
Roma, biossido diminuito del 50%
Anche a Roma si torna a respirare. Gli ultimi dati Arpa relativi al 16 marzo hanno rivelato che la capitale ma anche il Lazio stanno sperimentando un calo significativo delle emissioni, soprattutto in città e nella Valle del Sacco”, dove i superamenti dei limiti degli inquinanti sono più frequenti.
“Sul biossido di azoto c’è una significativa riduzione della concentrazione giornaliera, il valore medio è diminuito del 50% negli ultimi tre giorni”, spiega l’Arpa.
L’Arpa: è presto per trarne conclusioni
L’Ara Lombardia però ci va cauta e sottolinea che la qualità dell’aria è determinata da un insieme di fattori, come i flussi di traffico o la produzione industriale per cui non è possibile affermare con certezza che ciò sia legato alle azioni di i contenimento della diffusione del Covid 19:
“Per fare confronti è necessario, altresì, considerare la meteorologia, elemento che varia di giorno in giorno. Non si può quindi semplicemente confrontare la situazione di queste tre settimane con quella dell’anno precedente o delle tre settimane precedenti, poiché sarebbe una analisi semplicistica. Qualunque valutazione così svolta sarebbe solo di tipo qualitativo e superficiale, e non, invece, di natura quantitativa e approfondita come invece si potrà fare, con i tempi dovuti, al termine di questo periodo che continuiamo a sperare sia più breve possibile”.
Forse non è solo “merito” del coronavirus ma di certo il blocco delle attività sta dando il proprio contributo così com’è accaduto in Cina, dove il blocco totale delle attività ha drasticamente ridotto l’inquinamento atmosferico.
Fonti di riferimento: Arpa Lombardia, dati Arpa Lombardia, Arpa Lazio, dati Arpa Lazio
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