Qual è la città italiana dove si vive meglio dal punto di vista climatico? A stilare la speciale classifica è stato il Sole24Ore, secondo cui sono il Sud e le Isole a primeggiare, insieme alle zone costiere
Qual è la città italiana dove si vive meglio dal punto di vista climatico? A stilare la speciale classifica è stato il Sole24Ore, secondo cui sono il Sud e le Isole a primeggiare, insieme alle zone costiere.
La nuova indagine si basa sul cosiddetto Indice del clima, messo a punto dal Sole24Ore tenendo conto di dieci indicatori che rilevano le performance meteorologiche e del punteggio medio ottenuto dalle città dal 2008 al 2018. È stata Imperia ad aver conquistato il podio anche se in generale a primeggiare sono state le città del meridione, soprattutto quelle che si affacciano sul mare. In coda quelle della Pianura Padana.
L’indice premia soprattutto le città del Sud e delle Isole: dopo Imperia troviamo infatti Catania, al terzo posto Pescara, al 4° Bari. Nella top ten, si sono piazzate anche Crotone, Cosenza, Siracusa. In tutto, 6 tra le prime dieci posizioni sono occupate da città costiere e del meridione.
Gli indicatori considerati sono:
- Soleggiamento (Ore di sole al giorno)
- Indice di calore (Giorni annui con temperatura percepita >=30°c)
- Ondate di calore (Sforamenti all’anno >=30°C per 3 giorni consecutivi)
- Eventi estremi (Giorni annui con accumulo di pioggia >40mm per fascia esaoriaria)
- Brezza estiva (Nodi medi giornalieri di vento nella stagione)
- Umidità relativa (Giorni annui fuori dal comfort climatico, >70% o <30%)
- Raffiche di vento (Giorni annui con raffiche > 25 nodi)
- Piogge (Giorni annui in cui piove)
- Nebbia (Giorni annui con nebbia in almeno una fascia esaoraria)
- Giorni freddi (Giorni annui con temperatura massima percepita < 3°c)
“A fare la differenza è il clima marino, mentre quello continentale penalizza, sia d’inverno che d’estate, le città della Pianura padana, quasi tutte in coda alla classifica” ha spiegato il meteorologo Daniele Olivetti di 3BMeteo, società che ha fornito il database su cui è stato elaborato l’indice.
Ribaltando la classifica, tra le città peggiori troviamo Pavia (ultima), Vercelli (106°), Novara (105°) e Lodi (104°). Mantova, che si trova al 97°posto, è la città che negli ultimi 10 anni ha registrato l’aumento più significativo della temperatura media, pari a quasi un grado centigrado. Milano è solo un gradino più su, ultima tra le grandi metropoli dietro Roma (21°), Venezia (40°), Napoli (43°), Firenze (51°) e Torino (90°).
La classifica completa
Considerando gli indicatori, altri record sono stati ottenuti da città che non si affacciano sul mare: Aosta è tra le prime classificate a parimerito (in totale: sei città) per assenza di giorni di nebbia. Enna, invece, è in testa nell’indice del calore. Perugia primeggia sul fronte della brezza estiva e Frosinone è la più riparata dalle raffiche di vento.
Come mostra l’Indice, la nostra Italia è davvero molto varia, con città che anche a distanza di pochi km possono avere performance molto diverse: Cosenza e Vibo Valentia, ad esempio, distano poco più di 100 km ma sono agli antipodi. Si sono piazzate, rispettivamente, seconda e penultima – nella classifica dell’umidità relativa.
Ma c’è un dato su tutti che preoccupa ed è la classifica che considera i giorni che sforano i limiti di comfort climatico (troppo secco 30%, troppo umido >70%) e varia in base alla stagionalità. Ad esempio, Belluno, ultima in questo parametro e nel soleggiamento, è molto secca d’estate e molto piovosa d’inverno.
Per quanto riguarda il caldo, chi vive in città sta peggio. Tra queste, ad esempio, c’è la valle interna di Caserta, la piana di Grosseto, il tavoliere di Foggia e così via. Proprio Caserta chiude l’indice di calore, con un quarto dell’anno (90 giorni) di temperatura percepita pari o superiore a 30 gradi.
Per non parlare dei cosiddetti eventi estremi che – sempre più spesso a causa dei cambiamenti climatici – flagellano le nostre città
“L’indice – spiega Olivetti – prende in considerazione eventi anche non catastrofici, con una soglia di accumulo maggiore a 40 millimetri ogni sei ore. Restituisce la frequenza di questi accadimenti, ma non la magnitudo: può piovere anche 200 millimetri in una sola ora” ha spiegato Olivetti.
Su questo fronte, in testa alla classifica delle città meno colpite troviamo L’Aquila, all’ultimo posto Verbania. Agli ultimi posti della graduatoria si posizionano le città più colpite dalle cosiddette “bombe d’acqua” perché
“più vocate per la loro geomorfologia perché sotto le Prealpi o circondate da montagne come Genova o Massa Carrara”.
Chiaramente, spiegano gli scienziati, tali eventi vanno contestualizzati in un arco di tempo decennale, non in singolo anno.
Per tutte le classifiche dei 10 indicatori, clicca qui
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Francesca Mancuso