Venezia ostaggio delle Grandi Navi. I combustibili green riducono l’inquinamento

Nonostante il traffico e le dimensioni delle grandi navi da crociera siano in aumento, sorprendentemente nella laguna di Venezia si registra una riduzione dell'inquinamento

Nonostante il traffico e le dimensioni delle grandi navi da crociera siano in aumento, sorprendentemente nella laguna di Venezia si registra una riduzione dell’inquinamento.

A dimostrarlo uno studio dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Lecce, svolto in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, e pubblicato sulla rivista Atmospheric Environment.

Il lavoro ha analizzato i dati ottenuti nel periodo estivo del 2007, del 2009 e del 2012 nell’area urbana. “È risultato che l’impatto del traffico navale sulle concentrazioni di particolato atmosferico fine (Pm2.5) dovuto alle emissioni primarie, ossia emesso come tale dai camini delle navi, è diminuito dal 7% del 2007 al 3.5% del 2012. Nello stesso periodo, il tonnellaggio associato al traffico navale passeggeri è invece incrementato del 47%”, spiega Daniele Contini, ricercatore Isac-Cnr.

A determinare questa svolta positiva sarebbe stato l’impiego di carburante ‘green’ a basso contenuto di zolfo, in ottemperanza alla nuova normativa europea e secondo l’accordo ‘Venice Blue Flag’ siglato tra enti locali (Comune, autorità portuale e Capitaneria di porto).

“Per la prima volta i risultati mostrano che le strategie di mitigazione a livello internazionale e locale, basate sulla riduzione del contenuto di zolfo nei carburanti ad uso navale, sono efficaci nel ridurre l’impatto primario del particolato e non solo nell‘abbattere l’impatto secondario delle concentrazioni di ossidi di zolfo e di solfato”, continua il ricercatore.

Inoltre la ricerca evidenzia che “l’impatto del traffico navale è significativamente maggiore sulle particelle di piccole dimensioni (particelle ultrafini e nanoparticelle) rispetto alle particelle di maggiori dimensioni Pm2.5 o Pm10. Una conclusione, in linea con le osservazioni svolte in altri porti del bacino mediterraneo, che mostra come le concentrazioni di tali particelle potrebbero essere un parametro più idoneo al monitoraggio e all’analisi dell’impatto del traffico navale nelle aree costiere”, conclude Contini.

Un successo, però che non risolve il problema. Intanto, infatti, è passata quasi inosservata la notizia della marcia indietro proprio sullo stop alle grandi navi a Venezia da parte della Prima sezione del Tar Veneto (con sentenza n. 13/2015), che ha disposto, riporta Il Velino, l’annullamento dell’ordinanza della Capitaneria di Porto di Venezia del 5 dicembre 2013 sulle limitazione del transito nel canale della Giudecca e nel canale di San Marco di navi passeggeri di stazza lorda superiore a 40.000 GT, nonché il divieto per l’ anno 2015 del passaggio nei medesimi canali, di navi passeggeri di stazza lorda superiore a 96.000 GT.

Secondo il Tribunale amministrativo regionale, l’ordinanza non sarebbe legittima per l’assenza dei presupposti previsti dall’art.3 del decreto interministeriale n. 79/12 (cosiddetto Clini – Passera) ai sensi del quale i divieti predetti “avrebbero potuto applicarsi soltanto a partire dalla messa a disposizione di vie di navigazione alternative rispetto a quelle attualmente in uso e, allo stato ancora non praticabili”.

Il ministero delle Infrastrutture e ha fatto sapere che presenterà appello in Consiglio di Stato contro la sentenza, mentre twitter il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha scritto invece sul suo profilo Twitter:

Venezia Grandi Navi Governo conferma no a condomini galleggianti nel bacino di San Marco. Laguna patrimonio assoluto da difendere”.

Roberta Ragni

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