A Detroit alcuni volontari cercano di modificare il volto della città ormai in bancarotta piantando nuovi alberi
Da città delle auto a città degli alberi: Detroit, dopo la batosta della crisi e della bancarotta, prova a rialzarsi. E lo fa piantando nuovi arbusti. L’idea è questa: trasformare i terreni ormai abbandonati di quella un tempo era la quarta città più grande d’America in veri giardini urbani.
L’ex capitale dell’industria automobilistica a stelle e strisce, la Motor City degli anni d’oro, ha visto una riduzione della sua popolazione da circa 1,8 milioni, picco maggiore nel 1950, agli 813mila attuali con il risultato che 40 miglia quadrate di proprietà non abitate, un’area delle dimensioni dell’intera città di San Francisco, si susseguono ininterrottamente in quella che è ormai una nuova configurazione urbana.
Ed è così che, sabato scorso, un esercito di più di 1000 volontari ha piantato ben 15mila nuovi alberi su una superficie pari a 20 ettari di terreno, nella parte est della città, in uno dei quartieri più in difficoltà della città in fallimento. Alberelli di acero e di quercia sono stati così interrati qua e là, con l’idea più sostenibile che mai che la silvicoltura, insieme con l’agricoltura, possano far riprendere una città rovinosamente caduta nel vortice della crisi economica.
COM’È NATA L’IDEA – John Hantz, un imprenditore di servizi finanziari e fondatore dell’Hantz Group, ha acquistato l’anno scorso 1.500 lotti della città, con l’obiettivo di ripulire e migliorare il volto di una delle zone più degradate di Detroit. Ottenuto il permesso, il suo progetto – denominato “Woodlands” – prevede la bonifica di altri 140 ettari di terra e l’abbattimento di 50 case abbandonate.
“Vivo qui da 20 anni e ho speso un sacco del mio tempo in attesa che qualcuno facesse qualcosa“, ha detto Hantz -. Mi sono poi reso conto che dovevo smettere di lamentarmi come tutti gli altri e fare effettivamente qualcosa in prima persona“.
Il progetto Hantz Woodlands è in linea con le raccomandazioni contenute nel piano Detroit Future City, che guarda anche alla creazione di posti di lavoro e di ulteriore spazio verde, al trasporto , alla crescita e a opportunità di investimento sostenibile.
Un obiettivo, quello di John Hantz, che non può essere condiviso da quanti hanno a cuore il futuro della propria città e, soprattutto, delle generazioni future. “Ci vorranno probabilmente 20 anni perché gli alberi giungano a completa maturazione. E se non sarò io a vedere questi alberi cresciuti, lo sarà sicuramente mia figlia“, conclude l’imprenditore.
Nonostante sia disastrata, la città di Detroit non è nuova a questo genere di iniziative. Qui è cresciuta sempre più la mania del giardinaggio e oltre 33mila lotti vuoti si sono trasformati in spazi verdi che producono cibo e occupazione.
Si tratta soprattutto del lavoro del The Greening of Detroit, un’organizzazione che fornisce risorse per la comunità di agricoltori. “Quando abbiamo iniziato nel 2003 – spiega Ashley Aatkinson, direttore dell’organizzazione – sostenevamo 80 giardinieri. Ma nel 2011 il loro numero era salito a 1.350“.
Insomma, c’è sempre da imparare da chi davvero ama la Terra sulla quale vive e la città che ogni giorno lo ospita. Che bello sarebbe se qui in Italia non ti prendessero per pazzo se nel tuo quartiere proponessi di piantare un albero. Magari fuori alla scuola di tuo figlio.
Germana Carillo
FOTO: detroitnews.com
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