L’indice proposto da Sodalitas si chiama CRESCO INDEX, acronimo per crescita compatibile. E riguarda la sostenibilità dei centri urbani. Sì, perché, come è stato sottolineato durante la presentazione di Ugo Castellano, consigliere delegato di Sodalitas, le città sono un po’ una somma di tutto quello su cui è necessario agire, possibilmente in fretta (consumi, energia, rifiuti, traffico, inquinamento ecc. ecc.), per cercare di dare una sterzata allo sviluppo del pianeta nel senso della sostenibilità.
Nel difficile esercizio di classificare la sostenibilità, di rappresentarla con numeri e cifre, molti si sono cimentati e molti altri continueranno a farlo. Bene che sia così, perché la materia lo richiede e perché con ogni probabilità non si potrà mai arrivare ad un indice definitivo ma si proseguirà per approssimazioni successive, sempre più dotate di senso e razionalità. E, si spera, sempre più utili per definire quali sono le azioni e i comportamenti da attivare per accrescere la sostenibilità degli stili di vita, del modo di produrre, dei modelli abitativi, della produzione di energia e così via.
La nuova proposta che arriva è quella presentata ieri, 14 giugno da Sodalitas, la fondazione di Assolombarda per il sociale, in occasione della consegna dei Sodalitas social award 2011, il premio che, giunto ormai alla 9° edizione, costituisce senza dubbio il più importante riconoscimento oggi in Italia nel campo della responsabilità sociale delle imprese. Ma anche degli enti pubblici, perché una categoria riguardava specificamente le migliori iniziative di responsabilità sociale realizzata da un ente locale, da un’istituzione scolastica o da un’istituzione pubblica (premiata la Provincia di Cagliari).
Per la cronaca, gli altri premi sono stati assegnati a programmi di responsabilità sociale promossi da Barilla, Unicredit, SodexItalia, Ikea, Wellness innovation project (quella dei bio-pannolini), Cna di Rimini, con menzioni speciali per Coop Italia,Comune di Gorgonzola (uno dei Comuni più virtuosi d’Italia, che sta portando il messaggio della sostenibilità ai ragazzi delle scuole) e Camera di Commercio di Rimini.
L’indice proposto da Sodalitas si chiama CRESCO INDEX, acronimo per crescita compatibile. E riguarda la sostenibilità dei centri urbani. Sì, perché, come è stato sottolineato durante la presentazione di Ugo Castellano, consigliere delegato di Sodalitas, le città sono un po’ una somma di tutto quello su cui è necessario agire, possibilmente in fretta (consumi, energia, rifiuti, traffico, inquinamento ecc. ecc.), per cercare di dare una sterzata allo sviluppo del pianeta nel senso della sostenibilità.
CRESCO INDEX, elaborato insieme e sulla base dei dati che Il Sole 24 Ore produce da anni con la sua classifica sulla qualità della vita delle province italiane, intende segnalare i territori a più elevato potenziale di crescita sostenibile, cioè sul piano umano ed ambientale. Si basa su sette parametri, presi a indicatori della qualità della vita:
- sostenibilità ambientale
- natalità
- disponibilità di asili comunali
- numero di laureati
- tasso di occupazione giovanile
- tasso di occupazione femminile
- popolazione straniera residente regolare.
Quali sono le province in testa all’indice? Su tutti Parma, la cittadina emiliana, che secondo i calcoli dell’indice ha totalizzato un punteggio di 855,97. Sul podio seguono Bologna (851,33) e Modena (832,28), come a dire che la terra di Emilia-Romagna, pronti via, si pone all’avanguardia in Italia per prospettive di crescita sostenibile.
Le prime dieci province in classifica sono dunque:
- Parma
- Bologna
- Modena
- Trento
- Reggio Emilia
- Siena
- Firenze
- Piacenza
- Bolzano
- Pisa
Agli ultimi tre posti, invece, sulle oltre 100 province che sono state analizzate e classificate, si trovano Crotone (443,23 punti), Palermo (442,06) e Agrigento (436,29). Fra i grandi centri, troviamo Milano al 23° posto, Roma al 29°, poi Torino (42°), Genova (53°), Cagliari (71°), Bari (83°), Reggio Calabria (91°), e Napoli (104°, appena davanti a Crotone).
Quella di CRESCO INDEX è una proposta che non ha, ovviamente, la pretesa di dire l’ultima parola, ma si inserisce a pieno titolo nel solco della ricerca, che sta procedendo un po’ ai quattro angoli del pianeta, sui nuovi indicatori capaci di intercettare la vera qualità della vita, la vera sostenibilità, il vero benessere, il vero sviluppo umano. Non solo la ricchezza economica intercettata dal PIL.